La riapertura delle scuole è prevista per il 7 gennaio, e ormai è ufficiale. Fra scettici, contagi ancora alti e fiduciosi, giovedì prossimo si rivedranno in presenza dopo quasi tre mesi gli studenti delle classi superiori. Attenzione però, non sarà un ritorno in aula al 100%, ma solo del 50, almeno fino al nuovo Dpcm che entrerà in vigore dal 15 gennaio, quando, con grande probabilità, la percentuale suddetta potrebbe salire fino al 75. La cosa certa è che la riapertura delle scuole è stata opzionata dopo che è stato appurato che gli istituti sono un luogo sicuro.
Lo scorso 31 dicembre, infatti, l’Istituto superiore di sanità, l’Iss, aveva pubblicato il primo vero report approfondito riguardante i contagi nelle aule fra i bambini/ragazzi di età compresa fra i 3 e i 19 anni, quindi, dall’asilo alle superiori, di modo da giustificare o meno il ritorno della didattica in presenza. Gli scienziati avevano fatto sapere che “le scuole non sembrano provocare un aumento di contagi significativo al loro interno ma possono a seconda del contesto esterno e della situazione epidemiologica contribuire a rallentare o accelerare la diffusione del virus”.
RIAPERTURA SCUOLE 7 GENNAIO, AGENS: “OGNUNO FACCIA IL SUO”
Resta il fatto che “L’impatto della chiusura e della riapertura delle scuole sulle dinamiche epidemiche rimane ancora poco chiaro”. In totale, fra il 24 agosto e il 27 dicembre ci sono stati 203.350 contagi in età scolare nel nostro paese, e la percentuale dei casi di covid nei bambini è aumentata in particolare nel periodo 21 settembre-26 ottobre, per poi tornare ai livelli precedenti. Tante incertezze quindi, a cominciare dai trasporti, quello che viene considerato da sempre il nodo cruciale della questione. In un’intervista al Corriere della Sera Arrigo Giana, numero uno di Agens, l’Agenzia confederale dei trasporti, sostiene che “adesso ognuno deve fare la propria parte fino in fondo, altrimenti si torna alla situazione di novembre. Nessuno può dire: io i miei orari non li cambio”. Sarà quindi fondamentale scaglionare gli orari di ingresso: “E’ nell’interesse della scuola perché è il modo per consentire ai ragazzi di tornare in aula” e “non ci può essere qualcuno che si tira indietro e dice che non può modificare i propri orari, altrimenti il sistema non funziona”. Gli studenti dovrebbero tornare in aula con due diversi orari di ingresso, alle 8:00 e alle 9:30, anche se molto dipenderà dalla Regione. Nel contempo, dovrebbero essere posticipate le aperture di alcuni negozi e degli uffici pubblici in modo da non congestionare, soprattutto nelle grandi città, i passeggeri sui mezzi pubblici.