Conto alla rovescia per la riapertura delle scuole, momento che tuttavia spaventa non poco i genitori degli studenti, soprattutto dei bambini, che si preparano a tornare in classe dopo il lungo lockdown dovuto alla pandemia di Covid-19. Da una indagine commissionata da Save the children e realizzata da Ipsos tra il 14 ed il 18 agosto, sono emersi i timori dei genitori in vista del ritorno dei loro bambini a scuola. Il lockdown ha indubbiamente avuto forti ripercussioni sulle famiglie più fragili: un genitore su 10 teme di non potersi permettere l’acquisto di tutti i libri scolastici mentre 2 genitori su 10 di non poter sostenere la mensa scolastica. Sono 7 su 10, in generale, i genitori che hanno ammesso di provare preoccupazione in vista del rientro a scuola dei propri figli. Il maggior timore è proprio legato all’incertezza sulle modalità di ripresa (60%), ma un buon 51% riguarda chi teme la difficoltà a mantenere il giusto distanziamento fisico e dunque il rischio contagio. Seguono le possibili modifiche negli orari di entrata ed uscita da scuola e che potrebbero essere incompatibili con gli impegni di lavoro dei genitori (37%), timore che interessa nella maggior parte coloro che hanno figli di età compresa tra i 4 ed i 6 anni. Torna centrale dunque la figura dei nonni (per chi ha la fortuna di averli) nel 22% dei casi.



RIAPERTURA SCUOLE: QUALI SONO LE PAURE DEI GENITORI

Cosa preoccupa i genitori in vista del ritorno dei propri figli a scuola? Dopo i timori prettamente pratici, ecco che si affiancano quelli legati alle difficoltà di apprendimento dopo il lungo lockdown e dopo la stagione estiva che non per tutti è stata occasione di recupero. Quasi 1 genitore su 5 (18%) crede che il proprio figlio non sia pronto ad affrontare il nuovo programma scolastico per via della perdita di apprendimento causata dal lockdown. Le prime conseguenze di tale situazione però si iniziano a vedere anche nelle scelte degli studenti rispetto al proprio corso di studi. Ben l’8% delle famiglie intervistate ha svelato che se inizialmente il proprio figlio era intenzionato ad iscriversi al liceo, adesso a causa delle difficoltà economiche ha optato per una scuola professionale. Dall’indagine è emersa proprio una situazione allarmante legata alla diminuzione delle disponibilità economiche delle famiglie e che rischia di avere delle conseguenze anche sui più giovani e sui loro percorsi di studio. Il successo o il fallimento dell’intera politica di ripartenza dell’Italia si valuterà proprio in base al tasso di dispersione scolastica e di povertà educativa.

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