Le riaperture nella fase 2 – sia primaria che “potenziata” dal 18 maggio in poi – viaggiano con cifre incoraggianti quantomeno per la quantità di attività, negozi e imprese aperte, mentre su fatturato e stime di perdita è ancora troppo presto per formulare un report dettagliato seppur con previsioni al momento assai “fosche” per tutte le sigle di categoria. «Oltre il 90% dei negozi di abbigliamento ha riaperto in sicurezza: intimo, camicie e scarpe sono tra i prodotti più richiesti», spiega Confcommercio nelle primissime stime dopo i primi due giorni di riaperture post-lockdown in tutto il Paese. Datori di lavoro, dipendenti e clienti che per il momento provvedono con solerzia alla santificazione e al rispetto di tutte le misure di protezione contenute nell’ultimo Dpcm: il resoconto è certamente positivo anche se per la ripresa vera e propria ci vorranno mesi, se non anni in anni in alcuni casi.
«Riprende ossigeno la ristorazione ma l’avvio è lento: il 70% dei bar e dei ristoranti hanno aperto tutti ben equipaggiati di mascherine e gel disinfettanti, ma con personale ridotto: infatti il 40% dei dipendenti è rimasto a casa, pari a circa 400.000 unità. Tanti sono i titolari che utilizzeranno i divisori all’interno del ristorante soprattutto nell’area cassa, quasi nessuno sui tavoli. Nel Paese la percentuale dei mercati riaperti si aggira intorno al 50% – 60% del totale», spiega ancora il lungo comunicato di Fipe Confcommercio.
RIAPERTURE ITALIA: BENE RIPRESA PER AZIENDE
Al netto delle fortissime polemiche sul territorio contro le “movide incontrollate”(da Palermo a Napoli fino al Veneto, con un Governatore Zaia imbestialito per le immagini di eccessivi “assembramenti” nella sua Regione), sul fronte della ripresa economica è certamente positivo il fatto che la gente abbia cominciato a frequentare negozi, esercizi e locali, anche se sono segnalati rincari un po’ dovunque, specialmente per bar e parrucchieri. «Sono circa 800mila le imprese del commercio e dei servizi di mercato che hanno ripreso l’attività dopo oltre due mesi di forzata chiusura», commenta ancora Confcommercio davanti ai report delle Federazioni di settore. Per Fiva-Confcommercio, a Roma tutti aperti i mercati coperti e su area attrezzata: «i mercati periodici, diversamente dal resto della regione, sono ancora chiusi come in Piemonte, Sicilia e in parte della Lombardia, compresa Milano. In Campania resta consentita soltanto l’attività di vendita dei prodotti alimentari. Nel resto del Paese le aperture sono a macchia di leopardo».
A livello nazionale, i mercati riaperti con l’intera merce si aggirano come cifra attorno al 50-60% del totale. «L’Italia sta allentando la maggior parte delle restrizioni, pur mantenendo rigorose misure di sicurezza per ogni attività sociale e commerciale. Continuiamo a rafforzare la nostra infrastruttura sanitaria, aumentando le unità di terapia intensiva e assumendo medici e operatori sanitari. Abbiamo ampliato i test e sviluppato un piano di monitoraggio nazionale in sinergia con le nostre autorità locali. Stiamo entrando nella ‘Fase due’ con cauto ottimismo e senso di responsabilità», ha spiegato il Premier Giuseppe Conte intervenendo alla sessione conclusiva dell’Assemblea Oms di questa mattina.