Sulle riaperture dei locali anche al chiuso si è espresso nelle scorse ore il microbiologo Andrea Crisanti, ospite della trasmissione di Rai Tre “Cartabianca”: “Si è creato – ha dichiarato – un conflitto che obiettivamente ci porta in una situazione che evolverà non in maniera positiva. Da una parte ci sono gli interessi di albergatori, ristoratori, di coloro che hanno un bar o anche palestre e piscine, dall’altra l’esigenza delle persone vulnerabili di rimanere vive. Noi sappiamo perfettamente che, aprendo in questo modo, aumenterà il contagio e sicuramente avremo più morti. Gran parte delle persone a rischio e potenzialmente vulnerabili ancora non sono vaccinate”.



Crisanti si è poi domandato “perché in Inghilterra, dove hanno fatto quattro mesi di chiusura durissima, nessuno si è lamentato? Probabilmente i ristori italiani non sono adeguati? Allora bisogna risolvere il problema dei ristori, non delle aperture. Stiamo trovando una soluzione che andrà soltanto a peggiorare la situazione”.



CRISANTI: “RIAPERTURE, SOLUZIONE ERRATA”

Nel prosieguo del suo intervento a “Cartabianca”, su Rai Tre, in materia di riaperture Andrea Crisanti ha voluto aggiungere quanto segue: “Questa volta la politica si è presa la responsabilità, questo è un elemento di chiarezza, poi giudicheranno gli elettori. Invece, in Spagna la situazione non è così positiva come si dice: a Madrid il tasso di contagio è di 350 casi ogni 100mila abitanti”. Crisanti ha sottolineato il ritardo della campagna vaccinale, però in altri Paesi, come ad esempio la Germania, la situazione connessa ai contagi è critica, malgrado l’elevato numero di vaccini eseguiti: come mai? “La Germania ha tenuto le scuole molto più aperte di quanto non abbia fatto l’Italia, poi ha anche un livello di industrializzazione molto elevato ed è uno Stato molto più popoloso dell’Italia, anche con interconnessione molto più elevata dell’Italia”. Insomma, secondo il microbiologo la vera soluzione per l’economia italiana non era da ricercarsi nel mondo delle riaperture, bensì in quello dei ristori, spesso lenti a giungere sui conti correnti bancari di famiglie e di imprenditori, e oltremodo esigui.

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