L’Italia potrà riaprire dal 20 aprile, in maniera graduale e con diversi step sulla “scia” di quanto avvenuto già da oltre un mese in Inghilterra: con il passare dei giorni, le richieste sulle riaperture non restano di mera prerogativa della sola Lega, ma avanzano in maniera bipartisan dal Centrodestra fino a Pd e pure M5s.



Decisivo in questo senso il primo passaggio che avverrà questo venerdì con il consueto monitoraggio dell’Istituto Superiore di Sanità sull’andamento epidemiologico: sarà in quella data infatti che la cabina di regia anti-Covid disporrà i prossimi cambi colore delle Regioni dal 20 aprile, con possibilità – permessa dalla deroga inserita nel Decreto Covid – di valutare la riapertura di alcuni settori con regole da “zona gialla”. Prima i ristoranti all’ora di pranzo, poi le sale per gli spettacoli e i musei, a seguire i bar e le palestre: sarebbe questa la “road map” delle riaperture richiesta con forza da Cdx e associazioni di categoria a partire da martedì 20 aprile 2021.



COSA SUCCEDE DOPO IL 20 APRILE

Come anticipa il Corriere della Sera oggi, la possibilità di ottenere il via libera alle ripartenze riguarda quelle regioni che avranno numeri da zona gialla: al momento con dati più “tranquilli” sono Abruzzo, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Marche, Molise, Piemonte, Liguria, Veneto, mentre per la Lombardia potrebbe essere fine aprile il momento delle riaperture regionali. Il monitoraggio del 16 aprile fornirà in primis il quadro aggiornato, dal 20 comincerà il confronto tra governo e Regioni sul percorso da seguire «per programmare il futuro […] sulla base dei dati aggiornati al 23 aprile si scriverà il nuovo decreto fissando un percorso per le riaperture che dovranno comunque essere graduali», spiega il Governatore della Liguria Giovanni Toti. Resteranno fortemente monitorate le linee guida da aggiungere ai protocolli del Cts per evitare il ritorno di ricoveri e contagi, con una lista scandita di riaperture per settori: in primis, come detto, i ristoranti che potranno aprire le proprie sale in presenza nelle zone gialle a pranzo, appena dopo toccherà ai bar mentre per cinema-musei-teatri-mostre domani il Ministro Franceschini ha convocato il Cts per disporre i criteri delle riaperture. Al momento, sembrerebbero requisiti obbligatori quelli di mascherina FFP2 per l’intera durata dello spettacolo, tampone effettuato nelle 48 ore precedenti e vaccino effettuato. Per lo sport, tempi invece più lunghi: piscine e palestre chiedono da tempo di poter riaprire seguendo i protocolli dati dallo stesso Cts, mentre per tennis e calcio servirà un’ulteriore approfondimento degli esperti per il ritorno del pubblico sugli spalti e – in forma amatoriale – la riapertura di circoli e calcetto.



RIAPERTURE, LE RICHIESTE DI REGIONI E TURISMO

«Isole Covid-free come in Grecia? Si può fare ed è anche opportuno farlo perché se lo faranno gli altri e noi no, lo svantaggio diventerà enorme», così ha spiegato a “La Stampa” il Ministro del Turismo Massimo Garavaglia, causando però una bocciatura netta dalla Conferenza delle Regioni, sia dall’ex presidente Bonaccini (Pd) che dal neo-n.1 Massimiliano Fedriga (Lega) «in questo momento dobbiamo dimostrare al Paese che c’è equità. Non creare tensione sociale, ma dare le stesse regole dappertutto. Meno ci sono disparità, anche se non tutti saranno soddisfatti, meno ci sono tensioni». «Le istituzioni devono muoversi insieme con i cittadini, oggi esiste uno scollamento tra una fetta importante della popolazione e le istituzioni» ha aggiunto ancora Fedriga parlando a Canale 5 stamane, «Se nei prossimi giorni si fa un piano di riapertura di alcune attività, credo sia la strada corretta. Se si vuole tenere blindato tutto per un altro mese si rischia di perdere la battaglia contro il virus».

I tempi dell’Europa sono ancora lenti e si punta al 15 giugno per l’avvio del passaporto-Covid pass, anche se l’Italia punta ad anticipare i tempi: «Secondo noi bisogna anticipare un po’ per garantire la circolazione nei tempi giusti e per programmare la stagione estiva. 2 giugno la data finale entro la quale mi auguro sia aperto tutto o quasi tutto. Ogni settimana che passa perdiamo pezzi di Pil e non ce lo possiamo permettere. Ovviamente dipende dal Piano vaccinale», continua Garavaglia che chiede riaperture settore per settore con protocolli stringenti all’inizio e più “larghi” con il passare del tempo «Bisogna essere molto prudenti ma non vuol dire che non si deve programmare. Ci sono attività che hanno bisogno di settimane se non di mesi di anticipo per programmare l’apertura; come congressi e fiere internazionali, cosa fondamentale perché significa mettere in sicurezza già qualche evento estivo».