Luca Richeldi, primario di Pneumologia al Policlinico “Gemelli” di Roma ed ex componente del Comitato Tecnico Scientifico (CTS), è intervenuto nella mattinata di oggi, martedì 27 aprile 2021, a “Coffee Break”, trasmissione di La7, per dire la sua sulla situazione pandemica in Italia: “Il Cts è rimasto forse in mani più sicure delle precedenti, quindi da questo punto di vista si vive tranquilli – ha esordito –. Le riaperture avvengono in un momento non di tranquillità sotto il profilo epidemiologico e che ci sia un rischio lo sa anche il Governo. Diciamo che è stata una scelta multidimensionale, che tiene conto di numerosi fattori: vista nel suo insieme, è abbastanza logica e forse inevitabile, dopo un anno difficile per numerose attività”.
Tuttavia, “bisognerà mantenere ancora alta l’attenzione, perché abbiamo centinaia di morti e numerose persone ricoverate e proseguono i contagi. È un virus che crea forme cliniche che prima non vedevamo e non va dimenticato che ci sono Paesi allo stremo delle forze, come l’India”. Coprifuoco dopo le 22: sì o no? “Onestamente non mi sembra questo il problema in questo momento. Posticiperei la decisione di qualche settimana, personalmente”.
RICHELDI: “VARIANTE INDIANA? SERVE CONTROLLO GLOBALE DELLA PANDEMIA”
In merito all’arrivo nel nostro Paese della variante indiana, il professor Luca Richeldi ha commentato ai microfoni di “Coffee Break”: “Finora non abbiamo prove provate sul campo che queste varianti modificate ‘mutino’ i vaccini disponibili. L’arrivo della variante indiana da noi, tuttavia, conferma che vi sono zone del mondo in cui il virus è lasciato libero di replicarsi e quando questo avviene nascono le varianti. Alcune di esse possono essere anche negative e raggiungono comunque tutte le nazioni. Per questo motivo, un controllo globale della pandemia è un qualcosa di assolutamente indispensabile”. Come prevenire al meglio il rischio contagio? “Portare la mascherina è la prima e più fondamentale delle misure di prevenzione; poi l’igiene delle mani è importante, soprattutto in luoghi in cui gli oggetti vengono toccati da diverse persone, come il supermercato. Non è che però il Coronavirus depositato sugli oggetti o sugli scaffali sia pronto ad aggredire chi gli si avvicini: certo, però, che disinfettarsi le mani dopo essere stati a contatto con cose toccate da altri è una misura a dir poco fondamentale”.