«L’obiettivo è portare tutti a scuola in presenza. Con particolare attenzione ai più piccoli che hanno sofferto maggiormente in questo periodo», ha spiegato ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina al tavolo con il mondo Scuola a Palazzo Chigi. La titolare Miur ha poi sottolineato che quello per la scuola «sarà un piano su più livelli che seguirà l’andamento del rischio di contagio». Secondo fonti di Governo riportate dal Sole 24 ore, il Premier Conte aprendo il vertice sulle riaperture a settembre ha spiegato che nell’emergenza coronavirus il Governo è stato costretto a chiudere tutto, «ma abbiamo tratto una lezione. Siamo stati costretti alla didattica a distanza. Ho sempre avvertito preoccupazione per chi non poteva accedervi. Col nuovo anno scolastico l’obiettivo è tornare a scuola in piena sicurezza. La didattica a distanza può essere un’opportunità in più per potenziare offerta didattica, ma certo dobbiamo ritornare in presenza».



In rappresentanza dei sindacai di tutta Italia ha parlato anche il sindaco di Bari Antonio Decaro (Presidente Anci) non nascondendo le difficoltà e criticità sul piano ancora non delineato appieno dal Governo sulle riaperture: «La riapertura delle scuole a settembre comporterà molte criticità, ma è indispensabile e noi non ci tiriamo indietro. Abbiamo fatto presente al governo una serie di necessità urgenti: sblocco dell’assunzione di personale, certezze su risorse per interventi rapidi di edilizia scolastica, riorganizzazione dei servizi di mensa e trasporto, un vero piano dei tempi che consenta di evitare gli spostamenti si concentrino nelle ore di punta».



Mentre i sindacati confermano l’intento di sciopero per il prossimo 8 giugno, questo pomeriggio alla Camera il Decreto Scuola è stato votato con questione di fiducia presentata dal Governo Conte: i sì sono stati 305, i no 221, 2 gli astenuti. Una volta votata la fiducia però la Camera ha sospeso la seduta che riprenderà alle 20: restano infatti da votare i 193 ordini del giorno, di cui 157 delle opposizioni, che minacciano ostruzionismo. (agg. di Niccolò Magnani)

PRESIDI-SINDACI: “MANCA PIANO SCUOLA”

Mentre il Governo si appresta ad incontrare le parti sociali coinvolte nel mondo scuola per dirimere tutte le novità sulle riaperture a settembre e sulla imminente Maturità la protesta tra presidi e anche sindaci delle città si alza imponente sul Ministro Azzolina: «Dal ministro serve realismo. Le linee guida diffuse per la prevenzione e la sicurezza nelle classi pongono una serie di interventi e conseguenze organizzative, nelle scuole e nelle città, che è illusorio possano essere garantite a settembre. Senza peraltro che sia chiara la filiera delle responsabilità (chi fa cosa), e delle risorse (quante e quando) essendo evidente che non possono essere i 331 milioni di euro stanziati direttamente agli istituti scolastici la risposta», scrive su Facebook il sindaco di Lecce Carlo Salvemini.



Subito dopo ribadisce «Riduzione del numero degli alunni per classe, rimodulazione degli spazi, individuazione di nuovi ambienti, ridefinizione degli orari di ingresso e uscita (e quindi di tutto il comparto del trasporto pubblico) sono evocate come `misure di sistema´ che, viene scritto, `richiedono una valutazione attenta specificatamente contestualizzata´. Che è appunto tutto ciò che manca per poter sostenere che siamo pronti a riaprire le scuole a settembre a nuove condizioni. Settembre è domani e qui – conclude il sindaco Salvemini – siamo ancora al buio».

Sulla stessa scia alcuni presidi in diverse dichiarazioni di queste ultime ore, da ultimo Salvino Amico, dirigente scolastico dell’istituto “Garibaldi” di Salemi, in provincia di Trapani: all’Agenzia Dire ammette tutte le difficoltà di un piano Scuola che ancora non c’è «Il rischio di nuovi contagi da Covid-19 con la riapertura delle scuole a settembre è reale e la responsabilità penale per ciascun istituto ricade sul dirigente scolastico, in qualità di datore di lavoro. Ma se con tutti i dispositivi e le procedure da applicare che porremo in essere per prevenire la diffusione del virus, si dovesse comunque verificare un contagio, come potrebbe la scuola dimostrare che non ha colpa? La responsabilità penale è personale e siamo in tanti tra i dirigenti scolastici a chiedere con forza ai decisori politici la derubricazione di questo aspetto, con una rivalutazione del carico di responsabilità». La mancanza di un piano e la presenza finora di sole linee guida sta rischiando di portare al collasso il sistema Scuola per i prossimi mesi: l’incontro di oggi tenta di mettere un “freno” all’emergenza ma il clima della vigilia è già piuttosto teso. (agg. di Niccolò Magnani)

MANCA ANCORA UN PIANO

Nella giornata di oggi si terrà un importante incontro circa il futuro della scuola. Dalle ore 17:30, in videoconferenza, la ministra Azzolina, alla presenza del Premier Conte, dialogherà con tutti gli attori del mondo scolastico, a cominciare dagli enti locali, il forum delle associazioni studentesche, i genitori, le scuole paritarie, ma anche la Protezione Civile, il Comitato Tecnico Scientifico, i sindacati e molti altri ancora. Obiettivo, tracciare le linee guida per la riapertura della scuola a settembre, molto probabilmente, l’ultimo grande ostacolo che il governo dovrà affrontare nella guerra contro il coronavirus. Se fino ad oggi è stato nel contempo difficile e semplice, chiudere le attività commerciali per poi riaprirle in sicurezza, diverso sarà il discorso legato alle scuole, essendoci di mezzo milioni di studenti, molti dei quali minorenni. Ecco perchè, come sottolineato dai colleghi dell’Huffington Post, ad oggi non vi è ancora un piano in merito a quello che succederà di qui a tre mesi.

SCUOLA, CONTE IN CONFERENZA: “A SETTEMBRE TUTTI IN AULA”

Ieri Conte si è esposto durante la conferenza stampa per l’inizio della Fase 3, assicurando che la scuola a settembre riaprirà, si tornerà alla didattica in presenza, stiamo facendo di tutto per il ripristino della normalità. È molto importante – ha aggiunto – che i sindaci possano diventare commissari straordinari per opere di edilizia scolastica, ci attendiamo aule rinnovate e più conformi alle prescrizioni sanitarie”. Ma come questo accadrà, al momento non è dato sapersi, e chissà che il quadro non possa essere più chiaro dopo la riunione di questa sera. In ogni caso, scrive L’Huff: “Il piano per la riapertura delle scuole arriverà intorno a metà giugno e non sarà un piano vero e proprio, ma linee guida e un pacchetto di strumenti che ogni scuola dovrà poi declinare per organizzare la ripartenza dell’anno”. Quello di questa sera sarà quindi solo un primo incontro a cui ne dovrebbero seguire altri, e la questione non sarà risolta in tempi brevi, per lo meno, stando alle premesse. Fra le poche certezze vi sarebbe un orientamento netto verso la didattica in presenza, alla luce delle molteplici proteste sollevate negli ultimi mesi, e nonostante secondo la Azzolina le lezioni online avrebbero funzionato a dovere, pur con tutti i suoi limiti.

I SINDACATI: “NON CI SONO RISORSE”

Un obiettivo non semplice, e per raggiungerlo si stanno studiando soluzioni inedite, come ad esempio ingressi e uscite scaglionate, lezioni in spazi “extra scuola”, riduzione degli orari delle lezioni (40/45 minuti, ma su questo punto ci sono pareri nettamente contrari), turnazione dei docenti su più classi. Servirà inoltre un incremento dell’organico dei professori par ad almeno il 10/15%, e va letto anche in tale ottica il maxi concorso previsto per settembre. Manovre che saranno possibili solo con nuove risorse, come denunciano i sindacati di categoria che hanno confermato lo sciopero per l’8 giugno, l’ultimo giorno di lezioni in molte regioni: “Le risorse stanziate nel decreto rilancio – spiega Maddalena Gissi, segretaria generale di Cisl scuola – sono insufficienti. A meno di novità eclatanti, improvvise e positive, lunedì si protesterà anche per l’assenza di misure concrete per la ripartenza”.