Franco Locatelli, coordinatore del Comitato tecnico scientifico (Cts), è stato intervistato da “Il Corriere della Sera” e le sue parole sono state riportate dal quotidiano nella giornata di ieri, sabato 10 aprile 2021. In particolare, l’esperto ha analizzato nel dettaglio la situazione pandemica in Italia:Per la terza settimana consecutiva c’è una riduzione della diffusione del contagio – ha asserito –. Sono infatti in miglioramento sia l’incidenza cumulativa di tamponi positivi ogni 100mila abitanti, scesa al valore di 185 contro 239 della settimana precedente, e il valore di Rt, pure diminuito a 0.92 dal precedente valore di 0.98″.

L’emergenza sanitaria nel nostro Paese, tuttavia, non è affatto finita: “Guai se pensassimo che siamo completamente fuori dal problema. Ci ritroveremmo alla situazione di metà marzo avendo vanificato settimane di sacrifici per l’intero Paese. Le aperture vanno certamente fatte per rispondere alla crisi economica e sociale, ma devono essere ben ponderate in funzione dei numeri”.

LOCATELLI (CTS): “ASTRAZENECA, CURIAMO LA PAURA”

Franco Locatelli su “Il Corriere della Sera” ha poi effettuato una riflessione sul vaccino AstraZeneca e sulla paura che si è diffusa tra la popolazione italiana nei confronti di questo siero: “Per dirla col direttore di Aifa, Nicola Magrini, lo slogan potrebbe essere ‘dalla paura della cura alla cura della paura’. È esattamente quello che dobbiamo fare: curare la paura in quanto immotivata. Il vaccino di AstraZeneca è in grado di proteggere assai efficacemente dal rischio di malattia grave e di morte”. Quindi, il professore consiglia di accettare il vaccino AstraZeneca, anche oltre i 60 anni d’età: “In questi soggetti, l’incidenza di trombosi dei seni venosi cerebrali è da 5 a 10 volte più basso negli immunizzati con AstraZeneca rispetto al numero atteso nella popolazione di pari età. Infine, non vi sono evidenze per sconsigliare una seconda dose a chi ha ricevuto la prima senza problemi. Ad oggi non è stato osservato alcun evento tromboembolico dopo la seconda somministrazione. Se i dati cambieranno, se ne trarranno le dovute conseguenze. Il principio è sempre lo stesso ed è quello che deve guidare la scienza: fare scelte fondate sull’evidenza disponibile”.