Il Coronavirus ha chiuso le scuole in tutto il mondo: tre quarti degli studenti vivono in paesi nei quali tutte le scuole sono state chiuse. Si tratta di una situazione senza precedenti e che potrebbe avere effetti devastanti, se non terminerà al più presto. In alcune epidemie tenere i bambini a casa da scuola è saggio; per quanto riguarda il Coronavirus tuttavia proprio i bambini sembrano essere la fascia d’età in assoluto meno a rischio, così in molti si chiedono se chiudere le scuole sia davvero una mossa saggia o se invece causi più problemi che vantaggi.



L’Economist ha indagato su questo tema così importante e delicato. Alcuni Paesi come Danimarca e Svizzera programmano di riaperire a breve le scuole; in Italia sappiamo che non se ne riparlerà fino all’inizio del prossimo anno scolastico e d’altronde nessuno al momento può garantire che a settembre tutto possa essere regolare.



La posizione dell’Economist è netta: pur nel rispetto di tutte le norme di sicurezza, le scuole dovrebbero essere tra i primi posti a riaprire al termine del lockdown per Coronavirus. Chiudere le scuole e isolare i ragazzi ha un prezzo molto alto sotto ogni punto di vista: nessuna videolezione a distanza potrà mai sostituire la didattica in classe, il rapporto con gli insegnanti e naturalmente anche quello con i compagni, tutto ciò che la scuola insegna anche lontano dai banchi durante le lezioni.

SCUOLE E CORONAVIRUS: GLI EFFETTI BENEFICI DELLA RIAPERTURA

Tutto questo naturalmente ammesso che l’insegnamento a distanza venga attuato, perché spesso non è così nei Paesi più poveri, per i quali dunque il problema della chiusura delle scuole potrebbe essere ancora più grave. Di conseguenza, le differenze sociali rischiano di acuirsi ancora di più a causa della pandemia di Coronavirus.



Uno studio condotto negli Usa su bambini di otto anni sostiene inoltre che la chiusura delle scuole fino alla ripresa in autunno costrebbe la perdita delle conoscenze di un anno in matematica, tra ciò che non studiano di nuovo e ciò che dimenticheranno di quanto fatto in precedenza, dunque come si dovrà ripartire se la chiusura si prolungasse a lungo?

Inoltre la chiusura delle scuole causa difficoltà anche ai genitori: dalla minore produttività di chi lavora da casa alle preoccupazioni di chi invece dovrebbe farlo al di fuori ma spesso non potrà farlo, con rischi per il livello occupazionale soprattutto delle donne. Nei Paesi poveri anche i problemi sociali legati alla chiusura delle scuole saranno più gravi: basti pensare ai pasti gratis che salvano molti dalla malnutrizione o alle vaccinazioni che molto spesso vengono somministrate proprio a scuola.

SCUOLE E CORONAVIRUS: I PUNTI CRITICI

Certamente c’è anche l’altra faccia della medaglia: il Coronavirus può essere mortale e le scuole possono essere luogo di contagio, per i ragazzi ma anche per gli adulti che vi hanno a che fare anche indirettamente – si pensi a un bambino che lo trasmetta inconsapevolmente ai nonni. Bisogna però tenere presente il fatto che i bambini si ammalano meno e anche quando contraggono il Covid-19 hanno sintomi meno seri: uno studio in Cina sostiene che ci siano addirittura 2000 volte meno possibilità di morire per un bambino affetto da Coronavirus rispetto a un over 60.

Più delicato il tema riguardante i bambini come agenti di trasmissione del contagio: vi sono infatti buoni segnali anche in tal senso (in Islanda e in Olanda non è stato trovato nemmeno un caso di trasmissione del Coronavirus da bambini ad adulti), ma l’Oms sul tema non si sbilancia ancora.

L’Economist suggerisce una riapertura graduale, a partire dalle classi per i bambini più piccoli, perché meno affetti e perché naturalmente sono i più bisognosi di attenzioni e impossibili da lasciare a casa da soli se i genitori tornano a lavorare. A seguire ci dovrebbero essere quelli di classi coinvolte da esami. Naturalmente servirebbe grande attenzione da parte di tutti: supporto e tamponi per gli insegnanti; ragazzi costretti per varie ragioni a rimanere comunque a casa seguiti attentamente; scienziati pronti a modificare le regole se necessario.

SCUOLE E CORONAVIRUS: IL RUOLO DEI GOVERNI

I governi si trovano in una posizione delicata, perché la riapertura delle scuole è uno dei temi più sensibili in questa fase della pandemia di Coronavirus. In Francia si sta valutando di riaprire le scuole ma con frequenza facoltativa. Anche qui però scatta il rischio di una differenza socio-economica: il 48% delle famiglie benestanti sarebbe disposta a mandare i propri figli, contro appena il 17% della fascia più povera.

In Gran Bretagna pure in lockdown vi erano 500.000 ragazzi che per esigenze varie sarebbero stati comunque autorizzati ad andare a scuola: lo ha fatto appena il 5% di loro. La volontarietà dunque è un rischio, ma imporre l’obbligo potrebbe essere troppo impopolare: tuttavia, facendo tutto per bene i rischi dovrebbero essere minimi e con il passare delle settimane i genitori dovrebbero convincersi.

Potrebbe servire andare a scuola anche d’estate, per recuperare il tempo perso e per affrontare le necessità di una stagione estiva ben diversa da quelle precedenti – ad esempio, molti genitori senza ferie o peggio senza lavoro e dunque impossibilitati in ogni caso a fare vacanze. Riaprire le scuole potrebbe sembrare un esperimento azzardato sulla pelle dei più piccoli, ma per l’Economist è un esercizio necessario.