Dobbiamo iniziare a pensare alle relazioni internazionali in termini nuovi rispetto al passato, in uno sforzo teorico che sia in grado di superare sia i modelli interpretativi realisti, sia quelli tipici del liberal-multilateralismo.
Ossia quelli fondati sui rapporti di potenza deterrenti che mirano a massimizzare gli interessi nazionali o di alleanze intra-statuali, quanto quelli fondati su valori etico-politici generalmente affidati a istituzioni e trattati internazionali.
La storia passata e recente ci insegna che di norma i secondi, quelli liberal-multilateralisti – a differenza di ciò a cui i sostenitori aspirano o professano – sono levatrici di guerre ben più frequentemente di quanto non lo siano i primi, quelli realisti, che di norma sono dominati dal ruolo dirigente degli eserciti; e com’è noto a volere gli scarponi sul terreno sono i militari e non le classi politiche o intellettuali che volano sempre come colombe.
Ma per quanto imperfetti fossero, questi modelli interpretativi erano simmetrici e consequenziali, ossia diretti a costruire quell’ordine internazionale che iniziava dalla simmetria di potenza che si poneva in moto grazie a un’altrettanto simmetrica disposizione delle forze diplomatiche e negozianti che quei modelli dovevano porre in atto.
Oggi sta succedendo “qualcosa” (altro termine non so utilizzare) che è completamente fuori squadra rispetto a qualsivoglia modello. Mi spiego: sull’Ucraina – che, lo ricordo, è una nazione europea, sia o no nell’Ue – si sta trattando non in Europa; e questo può essere normale (le trattative sulla pace vietnamita si svolsero a Parigi, per esempio).
Si sta trattando a Riyad tra gli Usa trumpiani e la Russia putiniana, mentre l’Ue è assente. Ossia si tratta di un’asimmetria assoluta: l’Ue si sta riarmando con piani da centinaia di miliardi di euro, ma né la Germania, né la Francia, né la Lettonia, ecc. sono seduti al tavolo delle trattative.
È la prima volta che il riarmo di un capitalismo di guerra inter-statuale fondato su trattati (quelli dell’Ue) si mette in moto non per trattare, ma per prepararsi a una guerra che si è convinti che avverrà.
Naturalmente questo disordine asimmetrico che si sta costruendo non fa che dar vita a una minaccia piuttosto che alla pace, e a reazioni aggressive come quelle che abbiamo già visto scatenarsi sotto i nostri occhi con la guerra imperialista russa contro l’Ucraina.
Un grande disordine sotto il cielo.
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