Nel MoVimento 5 Stelle tira ormai vento di scissione. Dopo le espulsioni dei dissidenti alla Camera e al Senato, epurati dal gruppo M5s per non aver votato la fiducia al governo Draghi, resta però un interrogativo: in quale forma si tradurrà l’opposizione degli ex grillini ribelli che strizzano l’occhio alle posizioni barricadere di Alessandro Di Battista? Per formare un nuovo gruppo parlamentare, infatti, l’unica strada potrebbe essere anche quella più politicamente azzardata: passare per Pier Ferdinando Casini. Spieghiamoci meglio: se è vero che alla Camera per formare un nuovo gruppo non c’è necessità di aver depositato alcun simbolo, la situazione a Palazzo Madama è ben diversa. Il nuovo regolamento del Senato prevede infatti che “ciascun gruppo sia composto da almeno dieci Senatori e deve rappresentare un partito o movimento politico, anche risultante dall’aggregazione di più partiti o movimenti politici, che abbia presentato alle elezioni del Senato propri candidati con lo stesso contrassegno, conseguendo l’elezione di Senatori”. E qui entra in gioco Casini…
RIBELLI M5S, CACCIA AL SIMBOLO PER CREARE GRUPPO AL SENATO. E CASINI…
Alle elezioni Politiche del 4 marzo 2018 l’ex leader dell’Udc è stato eletto con la lista Civica popolare, compagine composta da una serie di sigle centriste accompagnate dai relativi simboli: da “Alternativa Popolare” a “Centristi per l’Europa”, passando per “Unione per il Trentino-Democrazia Solidale” e “L’Italia è Popolare”, fino ad arrivare a “Italia dei Valori“. Proprio il partito fondato da Antonio Di Pietro potrebbe essere decisivo per assecondare il disegno dei fuoriusciti grillini che guardano fuori dal Parlamento ad Alessandro Di Battista come punto di riferimento. L’unico eletto di Civica Popolare al Senato, e dunque della collegata Italia dei Valori, è proprio Casini. Come spiegato all’Agenzia Dire da Salvatore Curreri, costituzionalista ed esperto di diritto parlamentare, “in sostanza, se i fuorisciti grillini vogliono formare un gruppo utilizzando uno dei simboli collegati a Civica e Popolare non possono fare a meno di chiedere a Pierferdinando Casini. Di più. Il regolamento parla chiaro: Casini deve entrare nel gruppo, deve aderire. Lo stesso è accaduto quando Nencini ha ‘prestato’ il simbolo Psi a Renzi: anche Nencini ha dovuto aderire al gruppo renziano. E infatti quando si è data la possibilità che Nencini ne uscisse, si è prospettato lo scioglimento del gruppo renziano. Allo stesso modo l’adesione di Casini è fondamentale”. Certo, come nota lo stesso Curreri, “che Casini possa aderire a un gruppo di ex M5s, contrario al governo europeista di Draghi, può essere escluso con un certo margine di sicurezza“. casiniMa nella legislatura delle giravolte anche un matrimonio tra Lezzi e Casini non si può escludere…