Continua a tenere banco il Green deal in Europa. E il vicepresidente della Commissione europea Frans Timmermans avrebbe deciso di puntare su pressioni e ricatti. Secondo indiscrezioni raccolte da fonti parlamentari e riportate da La Verità, non mancano minacce di ritorsioni politiche. I popolari infatti non hanno intenzione di sposare la causa e la deputata tedesca del Ppe Christine Schneider deve fare i conti con enormi pressioni, rea di aver abbandonato il tavolo delle trattative.
“Ecco quello che mi ha convinto ad abbandonare il tavolo dei negoziati. Ci sono stati incontri individuali con gli eurodeputati, per convincerli a sostenere la legge Nature Restoration”, ha spiegato l’eurodeputata tedesca: “Ero nell’ufficio del vicepresidente Timmermans e anche nell’ufficio del Commissario per l’Ambiente, Virginijus Sinkevicius, a Strasburgo. Volevano sapere di cosa avevamo bisogno per promuovere la legge e colloqui simili ci sono stati anche con altri europarlamentari non solo del mio gruppo. Non ero sola. C’erano anche lo staff e altri europarlamentari con me in ufficio e volevano sapere cosa fare affinché io e il mio gruppo politico votassimo a favore di questa proposta. Gli ho esposto le mie preoccupazioni, che abbiamo rivolto al Ppe, alla Commissione per nove mesi e che sono molto importanti per me e per il mio gruppo. E dopo che si sono resi conto che non avremmo abbandonato la nostra posizione, hanno iniziato subito a dire: “Ok, se non voterete a favore della legge Natura, il Ppe non otterrà più iniziative legislative che sono importanti per voi in questo periodo””.
“Ricattata da Timmermans sul Green deal”
In altri termini, il vicepresidente della Commissione europea ha invitato la Schneider a essere più collaborativa. In alternativa, non avrebbe più visto il dossier. L’eurodeputata ha denunciato un’atmosfera molto sgradevole e ricca di pressioni, quasi scortese: “Non posso accettare ricatti nei confronti di un parlamento democraticamente eletto e dei suoi membri. Penso che Timmermans abbia diviso il parlamento con il suo comportamento, invece di lavorare correttamente e presentare una buona proposta su cui ci possiamo confrontare serenamente”. La Schneider ai microfoni de La Verità ha sottolineato che in questo modo l’unico risultato è quello di minare le relazioni tra Commissione e Parlamento europeo: “Credo che il lavoro della Commissione sia quello di presentare una proposta e poi di aiutare a mediare nei negoziati tra il Parlamento e il Consiglio. Non è compito loro spingere la propria agenda politica. Ed è esattamente questo il motivo per cui ho abbandonato il tavolo”.