Questa sera la trasmissione ‘Chi l’ha visto‘ con Federica Sciarelli tornerà ad occuparsi della scomparsa di Riccardo Branchini già finita più volte al centro delle dirette del famoso programma in onda ogni mercoledì su Rai 3 e che per ora rimane avvolta da una pesante coltre di mistero: pochissime le informazioni certe su cosa sia successo al 19enne che viveva ad Acqualagna – nelle Marche -, mentre restano parecchie le incertezze e i dubbi; con le autorità che attualmente stanno vagliando tutte le ipotesi, dall’allontanamento volontario di Riccardo Branchini, fino al suicidio volontario o istigato.
Partendo dal principio, la storia – almeno per quanto interessa a noi – di Riccardo Branchini inizia lo scorso 13 ottobre quando il 19enne si allontana volontariamente dell’abitazione della madre a bordo della sua Lancia Ypsilon: poche ore prima il ragazzo era uscito con la sua compagnia di amici e aveva trascorso una serata nel corso della quale era apparso a tutti pensieroso ed infelice, quasi inquieto; tanto che avrebbe chiesto di essere riaccompagnato a casa prima dell’orario in cui era solito rincasare.
L’ultimo contatto certo di Riccardo Branchini risalirebbe a poco prima della mezzanotte del 13 ottobre quando l’amico di una vita Davide era passato da casa per recuperare un borsone che gli aveva prestato; così come è certo che una telecamera privata del vicinato lo avrebbe inquadrato mentre si allontanava dall’abitazione – da solo – poco dopo l’incontro con l’amico, facendo perdere completamente le sue tracce alle 00:25 con l’ultimo messaggio (un normalissimo scambio con la madre che gli aveva chiesto aggiornamenti sulle condizioni di salute della nonna) inviato dal suo cellulare.
Cosa è successo a Riccardo Branchini: la scomparsa e l’auto ritrovata vicino alla diga di Furlo
A scoprire che Riccardo Branchini era sparito sarebbe stata la nonna nel primo pomeriggio del 13 ottobre quando avrebbe provato a svegliarlo constando l’amara verità: dalle indagini partite immediatamente si è presto riusciti a risalire alla Lancia Ypsilon, trovata poco distante dalla centrale idroelettrica e diga di Furlo con a bordo tutti gli effetti personali del 19enne – oltre al cellulare, anche gli indumenti – salvo l’intimo e gli occhiali dai quali non si poteva separare.
Il primo pensiero è che Riccardo Branchini si sia gettato nelle profonde acque della diga (come dicevamo già prima: per volontà o istigazione altrui), ma attualmente la pista risulta essere invagliabile per via del pericolo che correrebbero i sommozzatori in caso di piena e – contestualmente – per l’impossibilità di ridurre il livello dell’acqua; ma al contempo si stanno verificando le eventuali possibilità tecniche e tecnologiche di sondare i fondali della diga senza mettere a repentaglio la vita dei sommozzatori.
Tutti i misteri e i dubbi sulla scomparsa di Riccardo Branchini: dai biglietti d’addio ai documenti falsi
Ad aggiungere un ulteriore grado di complessità sulla scomparsa di Riccardo Branchini ci sarebbero alcuni elementi misteriosi a partire dal ritrovamento di tutti i suoi indumenti e dalla posizione dell’auto: inoltre, il custode della diga quella notte ha detto di aver udito distintamente il rumore di una portiera sbattere solamente attorno alle 2:30, con ben due ore di distanza rispetto all’allontanamento volontario di Riccardo Branchini dalla sua abitazione.
Similmente, non è chiara la natura di due bigliettini d’addio lasciati dal 19enne: il primo rivolto all’amico Davide e trovato nel borsone scambiato, con le sole parole “buona vita” scritte dallo stesso Riccardo Branchini; il secondo – il cui contenuto è coperto dal segreto istruttorio delle indagini – trovato dalla nonna il 13 ottobre nella camera del ragazzo. In tutto questo, non mancano neppure voci che confermano lo stato d’animo inquieto del 19enne che da tempo era in conflitto (apparentemente risolto) con il suo gruppo d’amici; con la famiglia che ipotizza e porta avanti la strada dell’allontanamento volontario ricordando che il giovane era in grado di produrre documenti falsi che potrebbe star usando per ricostruirsi una vita da qualche altra parte.