È trascorso un mese dalla scomparsa del 19enne Riccardo Branchini e di lui non c’è ancora traccia. La sua auto è stata ritrovata nei pressi della diga del Furlo, in provincia di Pesaro e Urbino, e la famiglia rilancia il suo appello attraverso i microfoni di Chi l’ha visto? dopo il no della prefettura allo svuotamento dell’invaso chiesto dai parenti per agevolare le ricerche.



Il giovane di Acqualagna è sparito misteriosamente dopo una cena con alcuni amici e all’interno della sua macchina, stando a quanto finora emerso sul caso, sarebbero stati trovati i suoi effetti personali compreso il cellulare. “Ti stiamo cercando ovunque, siamo tutti disperati. Se puoi, ascoltaci: torna a casa“, ripete da settimane la madre di Riccardo Branchini tra tv e social.



Riccardo Branchini: perché la diga del Furlo non verrà svuotata

La famiglia di Riccardo Branchini sperava che la diga del Furlo venisse svuotata per le ricerche del 19enne, ma l’esito del vertice in prefettura, a cui hanno preso parte anche tecnici Enel (che ha in gestione la diga) è stato negativo. La valutazione per sondare l’ipotesi di mettere in atto le operazioni sollecitate dai parenti del ragazzo, riporta RaiNews, ha portato a ritenere che lo svuotamento sarebbe “difficilmente realizzabile” e rischioso. 

Il prefetto di Pesaro e Urbino, Emanuela Saveria Greco, ha spiegato che l’acqua del fiume Candigliano continuerebbe ad affluire nonostante un eventuale attività di svuotamento. Secondo quanto emerso, gli esperti ritengono che anche in caso di riduzione ulteriore del livello, la ricerca sarebbe complicata e gli operatori sarebbero esposti a un elevato rischio.



Le parole della madre di Riccardo Branchini e il giallo del biglietto in un borsone

La madre di Riccardo Branchini, Federica Pambianchi, continua a lottare per ritrovare suo figlio. Su Facebook rilancia i suoi appelli al 19enne, nella speranza che possa leggerli: “Amore ti prego torna a casa, ti aiuto io ad affrontare qualunque cosa. Sono disperata senza sapere nulla di te, se non vuoi tornare, se vedi questo post dammi almeno un cenno che sei vivo ti prego, sono distrutta senza di te“.

Nel mistero che avvolge la sorte del ragazzo, c’è il giallo di un biglietto trovato in un borsone che prima di sparire avrebbe restituito a un amico. “Buona vita“, la scritta sul pezzo di carta che parrebbe attribuibile alla calligrafia del 19enne scomparso. Insieme a quel foglio, una scatola di fiammiferi “Guitar” che l’amico non riconosce come propri. Che significato hanno quel biglietto e quei fiammiferi? Sono davvero di Riccardo Branchini? Domande che ancora non trovano risposta.