RICCARDO CALFIORI, IL TERRIBILE INFORTUNIO: “SUCCEDE OGNI 10 ANNI”
Era il 2 ottobre 2018 e andava in scena la sfida tra Roma e Viktoria Plzen di Youth League, la Champions League giovanile. Il centravanti dei cechi Svodoba entra duramente su Riccardo Calafiori, all’epoca terzino di grandissime speranze. La diagnosi è terrificante: rottura di tutti i legamenti del ginocchio sinistro, dei menischi e della capsula. La diagnosi da Villa Stuart è eloquente: “Una cosa così accade di solito nel motocross, non nel calcio. E’ un incidente che può succedere una volta ogni dieci anni“. Si parla addirittura di carriera a rischio a soli 16 anni.
Ma Calafiori sa di potercela fare: “È arrivato il momento di mettere da parte il ragazzo, a tratti ragazzino che sono stato fino ad ora, per tirare fuori le palle e diventare UOMO” scrive sul suo Instagram. Chissà se quel ragazzino, come si descriveva un tempo Riccardo, poteva immaginare che sei anni dopo sarebbe diventato uno dei protagonisti assoluti del ritorno in Champions League del Bologna. Un sogno che è diventato realtà grazie alla grande tenacia del classe 2002 e del grande lavoro fatto da Thiago Motta.
DALLA ROMA AL BOLOGNA, PASSANDO PER BASILEA
Una volta tornato in campo, Calafiori disputa qualche gara con la Roma per poi essere ceduto in prestito al Genoa dove mette a referto tre presenze. La svolta arriverà però a Basilea: il giocatore accetta il trasferimento a titolo definitivo in Svizzera dove gioca con continuità sia in campionato che in Conference League. Un biglietto da visita che sommato al talento del ragazzo e il pieno recupero dal tragico infortunio, convincono il Bologna.
I felsinei si presentano in Svizzera e per poco più di 4 milioni riportano il giocatore in Italia. Qui incontra Thiago Motta che vede in lui, complice anche l’infortunio di Lucumì, un ruolo da difensore centrale piuttosto che da vice Lykogiannis, come alcuni pensavano all’epoca. Da qui l’inizio di una stagione a dir poco perfetta.
L’EXPLOIT DI CALAFIORI: MANCAVA SOLO IL GOL, NE HA FATTI DUE
Prestazioni incredibili, tenendo a bada i migliori centravanti e diventando il fulcro del gioco di Thiago Motta dove diventa il primo regista vista la sua grandissima tecnico. Una crescita esponenziale, partita dopo partita, dimostrando che nonostante la grande stazza e la velocità, il ruolo di centrale difensivo non lo limita bensì lo esalta palla al piede. Mancava solo una cosa alla stagione di Calafiori ovvero il gol. Così ha deciso di farne due nella stessa partita, non una casuale ma contro la Juventus: il primo una conclusione rabbiosa sotto porta, il secondo un dolce pallonetto. Due reti tanto diverse, ma che rispecchiano a pieno le qualità del classe 2002 di Roma.
Oltre alle qualità tecniche e tattiche, quello che impressiona è la mentalità di Calafiori. Nelle interviste risulta sempre molto lucido, in particolar modo in quella dopo la gara col Torino terminata 0-0 dove ha lodato a più riprese il suo compagno e amico Alessandro Buongiorno: “Innanzitutto è fortissimo. Cerco sempre di rubare qualcosa in fase di non possesso. In marcatura è fortissimo. Mi guardo spesso le partite del Torino e gli devo fare i complimenti”. Tanta umiltà e voglia di migliorare, probabilmente il prospetto perfetto per descrivere il giovane atleta modello. Ora l’Europei si avvicina e chissà che Luciano Spalletti non decida di chiamare con sé anche Calafiori…