Anche Riccardo Cocciante ha voluto ricordare Ennio Morricone nel corso del tributo al maestro all’Arena di Verona fatta da Il Volo. Il cantante si è esibito sul suo successo “Quando finisce un amore”, spendendo poi alcune parole sul maestro scomparso. “Io non voglio ricordarlo perché sarebbe come sminuirlo”, ha esordito Cocciante, per poi aggiungere “Io ricordo che fu un’esperienza bellissima, intensa, prima di amicizia e poi di lavoro. Io voglio ricordarlo e ringraziarlo per quello che ci ha dato. Grazie Ennio.” Alle sue parole si è dunque unito il caloroso applauso del pubblico dell’Arena di Verona e, ovviamente, dei cantanti de Il Volo. (Aggiornamento di Anna Montesano)
Riccardo Cocciante al tributo a Ennio Morricone
Riccardo Cocciante tra gli ospiti del concerto – tributo de Il Volo dedicato al Maestro Ennio Morricone. Nella magica cornice dell’Arena di Verona il trio di tenori italiani conosciuto in tutto il mondo è pronto a celebrare la grandezza del compositore e direttore d’orchestra con la partecipazione di artisti di fama mondiale. Tra questi c’è anche Riccardo Cocciante che proprio quest’anno ha festeggiato 50 anni di onorata carriera. Un successo straordinario quello di Cocciante che ha saputo districarsi con egual successo nella canzone, ma anche nell’opera portando in scena due spettacoli del calibro di Notre Dame de Paris e Romeo e Giulietta.
Intervistato dal Corriere della Sera ha parlato proprio di questo anniversario così importante per la sua vita: “ho avuto la fortuna di avere due filoni artistici diversi uno dall’altro: le canzoni e la musica popolare da una parte, le opere più complesse come “Notre Dame de Paris”, “Giulietta e Romeo” e “Il piccolo principe”” – avvisando i fan che festeggerà i 50 anni di carriera con l’uscita di diversi dischi in varie lingue, ma anche con una serie di concerti dal vivo.
Riccardo Cocciante: “Romeo e Giulietta? Sono delle canzoni vere e proprie”
Riccardo Cocciante è nato con la passione per la musica. “Vengo da una famiglia di melomani” – ha raccontato l’artista italo-francese dalle pagine de Il Corriere della Sera rivelando – “mia zia suonava il pianoforte e il melodramma è la musica con cui mi sono nutrito fin da bambino”. Una infanzia trascorsa a Saigon, cittadina vietnamita, dove ha vissuto per circa 11 anni. Parlando proprio della sua infanzia ha raccontato: “i miei idoli erano Becaud, Aznavour, Leo Ferrè”. Poi all’età di 11 anni arriva in Italia: un momento non facile, visto che Cocciante ha raccontato: ” all’inizio mi trovo a disagio. Il mondo musicale italiano mi sembra ostile. Ma ci metto poco a cominciare ad apprezzarla soprattutto guardando la tv e i festival di Sanremo. Poi capisco di essere un artista che ha una doppia cultura, italiana e francese e decido che devo sfruttare l’alchimia dell’incrocio fra due culture”.
Arrivano i Sanremo, il grandi successi e i concerti dal vivo sold out. Ad un certo punto però Cocciante decide di lanciarsi in una nuova esperienza: l’opera. Sono gli anni di Notre Dame De Paris, lo spettacolo che ancora oggi porta in giro per il mondo e che vanta più repliche in assoluto. Un successo mondiale che Cocciante ha raccontato così: “è qualcosa di attuale. È facilmente comprensibile e ha delle canzoni vere e proprie. In ogni Paese ho degli autori locali che mi supportano. Io ho creato con Luc Plamondon qualcosa di diverso dalla commedia musicale”.