In un’intervista al Fatto Quotidiano il cantautore Riccardo Cocciante ha raccontato particolari aneddoti e retroscena e ha svelato una cosa che soprattutto ad inizio carriera lo segnò. La Rai censurò ‘Bella senz’Anima’, una delle sue principali canzoni e non ne volle sapere in nessun modo: “Non ci fu trattativa, la Rai pretese di cambiare quella frase. Quale frase? “E quando a letto lui ti chiederà di più”, fummo costretti a cambiarla in ‘E quando un giorno lui…’. Nonostante ciò alla fine la censura scattò e il brano non fu suonato alla radio Nazionale. In molti pensarono ad un disastro, ma invece la canzone riscosse comunque grossi consensi e Riccardo Cocciante ha proseguito: “Ennio Melis, patron della RCA, propose la mia canzone come lento nei locali di grido e i dj lo mettevano a fine serata. Alla fine il pubblico mi accolse”, racconta soddisfatto il noto cantante. Le sue canzoni vedevano la musica come protagonista, ma soprattutto in quegli anni ebbero anche un significato politico.



Quando parliamo di Riccardo Cocciante d’altronde trattiamo di uno dei principali cantautori della storia italiana, un uomo che – nonostante la veneranda età di 78 anni – resta ancora al centro del panorama musicale italiano e non. Ha fatto la storia della nostra musica e il prossimo 29 Settembre suonerà all’Arena di Verona quasi come un omaggio per la sua straordinaria carriera. Una data particolare in quanto per l’occasione Riccardo Cocciante festeggerà anche i 50 anni dall’uscita del brano Anima, una delle sue più belle canzoni in carriera. Una canzone che poteva avere una storia ben diversa e che rischiò di non poter mai ‘esplodere’.



Dal lato politico alla censura: Riccardo Cocciante si racconta

In quegli anni le sue canzoni ebbero grande successo e Riccardo Cocciante ha parlato riguardo la sua storia: “Le mie canzoni come antifemminista e violenta? Beh questa cosa durò solo un momento, in Sudamerica Bella senz’anima divenne una canzone contro l’oppressione politica”. Il cantante prosegue e spiega il significato delle sue parole: “I tempi stavano cambiando, con la mia canzone quei popoli gridavano alla disperazione per la libertà che sfuggiva”.

Nel corso degli anni Riccardo Cocciante ha dimostrato di essere anche una persona di grande cultura e non solo un grandissimo cantante, capace di trattare di argomenti affini o meno a ciò che lo riguardavano. Questi ha fatto parte – insieme ad altri cantanti storici come Francesco De Gregori e Antonello Venditti – di una generazione storica e i tre hanno più volte lavorato insieme: nel 1974 ad esempio ci furono alcuni concerti che i tre artisti realizzarono insieme e anche in quell’occasione ci fu censura, in quel caso nei confronti di Antonello Venditti, colpevole di ‘Vilipendio’ per A Cristo.



E sulla possibilità di suonare di nuovo insieme a loro Riccardo Cocciante non chiude ed anzi sostiene: “Da parte mia perchè no. Loro due hanno già lavorato insieme perchè hanno caratteri simili, io mi reputo invece più bizzarro, speciale e non sempre in senso positivo”. Una personalità particolare, cresciuto in Vietnam ma che ha vissuto in vari paesi, compresa una curiosa esperienza in Irlanda.

Riccardo Cocciante apre a Sanremo

Nel 1991 Riccardo Cocciante conquistò il pubblico e la critica con ‘Se stiamo insieme’, canzone che gli regalò la vittoria al Festival di Sanremo. Il cantautore ha specificato che non gareggerà più nel Festival della Canzone italiana e al Fatto Quotidiano ha chiarito:

“Non parteciperò più in gara, ma se mi invitano come ospite perchè no”. Infine Riccardo Cocciante saluta con un retroscena riguardo la sua esperienza alla RCA e un ricordo prezioso che annovera tra quelli indimenticabili: “Passò Lucio Battisti, ci sfioriamo e lui mi disse ‘Mi piace quel che fai’. Io ricambio e fu straordinario, lui per me era una vera ispirazione’. Insomma Riccardo Cocciante era un cantautore originale pronto a regalare ancora altre emozioni, a partire dal prossimo grande incontro di Verona.