Riccardo Cocciante, ai microfoni di “Verissimo”, trasmissione di Canale 5 condotta da Silvio Toffanin, ha ripercorso la sua carriera. L’artista ha evidenziato che “il mio passato è bello, ma l’inizio è stato difficile. Non ero il personaggio tipo dell’epoca, sia fisicamente che musicalmente. Il primo pezzo di successo, ‘Bella senz’anima’, venne bocciato in radio”. Arrivato dal Vietnam, Roma gli pareva una città grigia, tutta ovattata: “Mi sono dovuto abituare a esistere in Italia, ma mi sono nutrito di quello che vedevo in tv, che era l’opportunità di assimilare una nuova lingua, che non conoscevo”.



I suoi genitori, in particolare la mamma (e la zia) hanno trasmesso a Cocciante l’amore per la musica, mentre il padre era un uomo di grande creatività. La passione per il canto è nata prestissimo in lui: “Cantavo come un pazzo per strada, dappertutto. Sono autodidatta, non leggo e non scrivo una nota di musica: mi sono inventato il pianoforte per completare il mio canto, con la composizione delle mie canzoni”. Quando il suo lavoro l’ha portato a fare i primi dischi, a registrare i brani, Riccardo Cocciante era ancora molto timido ed entrare sul palco era sempre un trauma: “Mi sembra di entrare in un altro mondo, sono sempre molto introverso. Per me è difficile comunicare con le persone ed esibirmi”.



RICCARDO COCCIANTE: “VIVO IN IRLANDA”

Al suo debutto, Riccardo Cocciante subiva talmente tanto la paura del palcoscenico che si nascondeva dietro al pianoforte mentre si esibiva: “Non mi è mai piaciuto il mio corpo, il mio apparire. Cosa contava era l’emanazione del sentimento, senza dare importanza al fisico. Ho sempre cercato di preservare la parte più intima di me, di isolarmi più che potevo. D’altronde cosa vuole vedere il pubblico? L’essenza, l’odore che emana un artista, che è molto più importante della sua immagine”.

Anche gestire il rapporto con la fama e il successo è stata un’azione travagliata per Cocciante: “Amo moltissimo il mio pubblico, ma voglio vivere questa parte di isolamento che mi aiuta anche a comporre. Per questo ho scelto di vivere lontano dall’Italia a Dublino, in Irlanda. Inoltre, tornare è più bello che starci sempre: si scoprono più cose stando lontani e poi tornando”.