Riccardo Cocciante, la confessione su Sanremo: “La mia generazione…“
Riccardo Cocciante è pronto a tornare sulla scena musicale con un attesissimo concerto, in programma il prossimo 29 settembre 2024 nella splendida cornice dell’Arena di Verona: l’occasione è quella di celebrare i cinquant’anni dall’uscita di Anima, il suo primo vero grande album di successo contenente brani immortali come Bella senz’anima e Quando finisce un amore.
In una lunga ed intima intervista rilasciata al settimanale Oggi, il cantautore ha ripercorso la sua carriera e le sue esperienze musicali nel corso degli anni, inclusa la vittoria al Festival di Sanremo nel 1991 con Se stiamo insieme. Una partecipazione che Cocciante visse come una vera e propria sfida con se stesso, pur chiudendo ora le porte ad un’eventuale nuova partecipazione alla kermesse come concorrente: “Appartengo a una generazione che rifiutava il Festival e l’idea della gara. Quando ci sono andato, l’ho vissuta come una sfida con me stesso. Non ci tornerei più, se non da ospite“.
Riccardo Cocciante stronca Sanremo: “Ora prevale lo show“
Riccardo Cocciante conserva un giudizio agrodolce di quell’esperienza al Festival di Sanremo, seppur condita dalla vittoria finale, e spiega perché la kermesse veniva spesso rifiutata: “Forse prevale un pizzico di snobismo nell’avversione a Sanremo. Però è innegabile che il Festival sia un tappo. Ha impedito la nascita di un vero Premio per la musica italiana, che includesse tutte le categorie: autori, interpreti, arrangiatori, produttori e così via“.
Secondo Riccardo Cocciante, dunque, il Festival avrebbe impedito la creazione di un Premio della musica italiana, una sorta di Grammy: “Siamo l’unico Paese a non avere nulla di simile. Le responsabilità di Sanremo mi sembrano evidenti“. Poi, esprime un altro giudizio critico su come si è evoluta la kermesse nel corso degli ultimi anni: “Altrettanto palese è il fatto che ormai al Festival le canzoni sono diventate quasi marginali. Prevale lo show“.