C’è anche Riccardo Cocciante, tra gli ospiti della seconda puntata de La musica che gira intorno, il nuovo programma condotto da Fiorella Mannoia in onda oggi in prima serata su Rai1. Da tempo, il celebre cantautore non vive più in Italia: “La mia vita più è appartata e meglio è per me”, ha dichiarato, in un’intervista del settembre scorso ai Lunatici. “Per questo ho scelto prima di andare via addirittura dall’Europa, ho vissuto in America per diversi anni, poi ho scelto l’Irlanda. È sempre in Europa, ma è un Paese a parte rispetto agli altri. La gente è estremamente generosa, e poi è un Paese di musica. Addirittura sulla sua bandiera c’è uno strumento musicale, l’arpa celtica. Mi trovo bene in Irlanda. Appartato, ma sempre a contatto con l’Europa. Stare lontano dall’Europa mi ha pesato quando vivevo in America”. Ricordiamo che Cocciante ha origini francesi per parte di madre, dunque non stupisce che si senta in un certo senso ‘cittadino del mondo’.



Riccardo Cocciante parla delle sue abitudini

In Irlanda, la sua vita privata è abbastanza cadenzata. Riccardo Cocciante ammette di essere un diurno, motivo per cui – al contrario di altri suoi colleghi – ama lavorare di mattina. “È un momento che per me rappresenta la rinascita, la primavera”, spiega. “Anche Mogol e Morricone, con cui ho lavorato, lavorano molto presto al mattino. Io amo la mattina, la luce, il giorno. Una notte tra le più belle della mia vita? Non saprei quale notte indicare. Forse quando ci si accorge che una cosa che hai fatto, composto e cantato, viene apprezzata dal pubblico. Ad esempio quando presentammo per la prima volta Notre-Dame de Paris”.



Riccardo Cocciante: “Tra i giovani manca l’unità”

Riccardo Cocciante fa parte della ‘vecchia guardia’ del cantautorato italiano, che a oggi si mostra completamente stravolto. Ne fanno parte soprattutto le ‘nuove leve’ della scena indie, ma c’è da constatare con una punta di nostalgia (almeno da parte sua) l’evidenza dei cambiamenti tra il vecchio mondo e il nuovo. “Rispetto alla nostra generazione, non c’è più unità di espressione. Ciascuno è per conto suo, sembrano delle piccole isole, questo è un difetto della nuova generazione. Non c’è più comunicazione. Alla nostra epoca si facevano dei confronti, c’era nella nostra generazione una voglia globale di cambiare il mondo, tutti noi avevamo la stessa intenzione”. Cosa, questa, che non si riscontra più tra i giovanissimi. Che comunque si omologano, sì, ma in un altro senso. Cocciante, al contrario, è sempre stato coraggioso: “Il politicamente corretto c’è sempre stato. Bella senz’anima fu censurata. Però se l’artista di base cerca di omologarsi a un sistema, non è un vero artista. Noi dobbiamo spingere le persone a pensare diversamente rispetto a quello che invece comunemente si pensa in un certo momento”.

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