Chi è Riccardo Muti, direttore d’orchestra amato in tutto il mondo
Il famoso artista è pronto a regalare una grande serata di musica con lo spettacolo in mondovisione Puccini secondo Muti, che venerdì 28 giugno andrà in onda direttamente da Lucca per un evento storico. Il maestro Riccardo Muti è uno dei più amati nel suo ramo, non solo per il suo talento indiscutibile ma anche per quella sua capacità di raccontare se stesso e il mondo senza filtri, con opinioni che spesso e volentieri sollecitano la curiosità degli appassionati. Una carriera straordinaria quella vissuta dal direttore d’orchestra che ha visto il tutto prendere il via da Firenze, prima di spaziare in altre meravigliose città anche all’estero, dove ha portato la sua arte e fatto appassionare moltissime persone all’arte.
Muti nel corso di una intervista concessa al Corriere della sera ha però storto il naso davanti a qualche suo collega: “Oggi vedo molti direttori d’orchestra che usano il podio per gesticolazioni eccessive, cercando di colpire un pubblico più incline a ciò che vede e meno a ciò che sente, mi sono stancato, questo è un mondo che non riconosco più”.
Riccardo Muti: “Ecco perché sul palco non rido mai”
In un’intervista rilasciata sul portale di Riccardo Muti, il direttore d’orchestra racconta di provare spesso insoddisfazione alla fine delle sue performance: “Uno dei momenti più difficili e spiacevoli è quello in cui hai reso felice il pubblico, ma non sei soddisfatto della tua prestazione. – ha ammesso il maestro – Ti inchini e ti sforzi di fare una bella espressione ma, a voler essere onesti, pensi a ciò che non ti è riuscito. Soprattutto con l’opera ho provato questo contrasto.”
È dunque questo il motivo per il quale non ride mai anche di fronte ad un’ovazione del pubblico? “No, quello ha a che fare con i miei insegnanti a scuola. – ha ammesso Muti nell’intervista – Per di più vengo dal profondo sud Italia: sono per metà napoletano e per metà pugliese. La napoletanità mi ha trasmesso un certo fatalismo, ma anche una visione più ironica della vita. Il pugliese invece è più incisivo, non sorride quasi mai. Anche quando fa un complimento ha un’espressione truce. A scuola si diceva: ‘Risus abundat in ore stultorum’ [“il riso abbonda sulla bocca degli stolti” N.d.R.].”
Il maestro d’orchestra: “Niente applausi il giorno del mio funerale”
Sempre tra le pagine del Corriere della sera, il direttore Riccardo Muti soffermandosi sulla vita e riflettendo sul futuro il più lontano possibile ha chiesto a chi presenzierà al suo ultimo saluto di non applaudire: “I miei funerali non voglio applausi, sono cresciuto in un mondo in cui a funerali c’era un silenzio terrificante, quando sarà il mio turno, vorrei silenzio assoluto”.
Riguardo invece all’opera attuale, il maestro ha dimostrato di avere le idee chiare, puntando il dito contro molto giovani colleghi che vivrebbero la professione in modo sbagliato: “Non hanno l’autorevolezza e la conoscenza per quella quello che Strehler auspicava: il lavorare insieme, bisogna invece lavorare sapendo che il mondo dei suoi non si potrà mai possedere”. L’unico modo per uscire da un circolo vizioso in cui molti musicisti si sono infilati è dunque quello di migliorarsi, imparare, scoprire il nuovo senza presunzione e con il massimo rispetto di ciò che si fa.