Riccardo Muti, direttore d’orchestra fra i più grandi al mondo, è intervenuto sulle colonne di Quotidiano Nazionale alla vigilia del suo compleanno numero 80. Un’età che un po’ lo impressiona, ma che interpreta in maniera totalmente diversa rispetto a quando era ragazzo, in quanto, grazie ai progressi compiuti dalla scienza, oggi un ottantenne è ancora un uomo capace. Il regalo che desidererebbe ricevere, in realtà, sa già che arriverà: “Sono felice che i miei figli e nipoti siano tutti con me e con mia moglie Cristina, per questa giornata”.



La vita di Muti, di certo “non è mai stata un adagio, termine che spesso viene interpretato come un tempo lentissimo. Invece sta per ad-agio, cioè confortevole. Ho sempre occupato posti di responsabilità”. La medesima responsabilità che lo investirà quando dirigerà al Quirinale per il G20 cultura la Sinfonia del Nuovo Mondo di Dvorák: “Dopo la tragedia che abbiamo vissuto, auspichiamo che si apra veramente un nuovo mondo con un pieno recupero dei valori, non un mondo di superficialità, di sciatteria e di abbruttimento”.



RICCARDO MUTI: “UN DIRETTORE D’ORCHESTRA NON È UN UOMO CON LO SCETTRO”

Sulle colonne di “Quotidiano Nazionale”, Riccardo Muti ha evidenziato che un direttore d’orchestra non è un uomo con lo scettro, ma colui che deve sapere indirizzare anche cento persone verso un concetto interpretativo: “Non deve imporre, ma deve convincere. Il vero direttore si vede nelle prove. Sono figlio della cultura italiana, ho avuto insegnanti italiani e li ringrazio perché mi hanno formato alla disciplina del lavoro. È inutile fare il genio pazzo. Non sono d’accordo con l’improvvisazione o con chi vende la mancanza di idee come geniale”.



In merito al suo rapporto con la Fede, il maestro Muti ha dichiarato di provenire da una famiglia cattolica, ma di non essere osservante, anche se “quando ascolto una buona predica da un sacerdote, sento che sto imparando qualcosa”. La vita oltre la vita, invece, la immagina come una liberazione dell’energia racchiusa nel corpo: “È un’energia del cosmo, un senso dell’ordine e dell’armonia, che è poi quell’Amore che muove il sole e le altre stelle. E credo pure che esista un suono dell’universo che il nostro orecchio non può sentire”. Ci sarà mai un Riccardo Muti a capo del Governo? L’intervistato allontana subito questa eventualità, dicendo che “ognuno deve stare nel proprio campo”.