Riccardo Muti, celebre direttore d’orchestra, compirà 80 anni mercoledì 28 luglio 2021 e, a tal proposito, su “La Repubblica”, ha voluto parlare soprattutto del suo conterraneo Eduardo De Filippo, che lui ha avuto modo di conoscere a Firenze: “Una sera eravamo a cena con mia moglie Cristina e lui ci donò una foto coi nostri nomi e la frase ‘Le parole non contano’. Conversammo spesso sulle regie. Eduardo immaginava la scena del trionfo nell’Aida non espressa in una spettacolarità ridondante, perché il trionfo sta già tutto nella musica”.



Muti descrive un Eduardo De Filippo cordiale nel privato e severo nel lavoro, molto esigente con la sua compagnia. Addirittura, ha rivelato, una volta un attore disse male una battuta e lui interruppe la recita chiedendogli di ripeterla, in quanto non l’aveva pronunciata nel migliore dei modi: “Aveva un volto segnato dalla sofferenza ed era geniale il suo modo di esprimere intere situazioni con uno sguardo. Lui e Totò hanno incarnato Napoli nelle luci e nelle ombre”. Eduardo era poi una calamita di simpatia: una sera incontrò una guardia con un cane con una benda sulle orecchie. I ladri avevano sparato al cane ferendolo, e, alla fine del discorso, il cane iniziò ad abbaiare: “Lo sentite, Don Eduà? Mò o cane ve sta raccuntanno o’ fatto”, gli disse in dialetto partenopeo la guardia.



RICCARDO MUTI: “QUANDO EDUARDO DE FILIPPO LITIGÒ CON TINA PICA”

Riccardo Muti, sulle colonne de “La Repubblica”, ha rivelato un altro aneddoto connesso a Eduardo De Filippo, che soleva giungere in teatro sempre con largo anticipo rispetto all’orario d’inizio dello spettacolo. Quando arrivava l’attrice Tina Pica, lei lo salutava passando davanti al suo camerino, chiuso da una tenda. Un giorno, però, la troupe combinò uno scherzo: un attore che imitava alla perfezione la voce baritonale della Pica salutò Eduardo più volte e quando arrivò la vera Pica Eduardo, sentendo l’ennesimo saluto, si arrabbiò. Durante il ricevimento organizzato dopo lo spettacolo, Eduardo s’avvicinò alla Pica e lei lo apostrofò: “Chi siete voi? Non vi conosco!”.



Muti ha poi evidenziato che per De Filippo il teatro era una fonte irrinunciabile di formazione e si lamentava delle carenze a cui i politici non ponevano rimedio: “Io penso le stesse cose rispetto alla musica e ne parlo da una vita – ha commentato –. Mancano le orchestre, l’insegnamento musicale nelle scuole è inesistente, troppi teatri storici restano chiusi… Mi addolora vedere cadere il Paese nell’incultura. Campiamo con la rendita di gloriosi trascorsi a cui siamo inadeguati. Abbiamo un patrimonio culturale immenso che precipita malgrado lo sforzo di alcuni singoli. Stimo Franceschini, ma una persona non basta”.