Anche sulle colonne del quotidiano “Avvenire” Riccardo Muti si è soffermato sul clima di grande Fede che si respira a Lourdes e a Loreto: “Ho avuto la sensazione di essere avvolto dal manto della Madonna che è grande e accoglie tutti gli uomini – ha detto –. Ogni volta rimango stupito nel vedere come la musica possa davvero lenire le ferite. Nel 1997 a Sarajevo, subito dopo la fine della guerra, abbiamo suonato l’Eroica di Beethoven davanti a novemila persone e abbiamo regalato i nostri strumenti ai musicisti bosniaci perché i loro erano rimasti sotto le macerie”.



Il Maestro Muti ha poi rivelato che tornerebbe a Kiev, dove in passato ha diretto l’orchestra, aggiungendo: “L’appello di Benedetto XVI a riportare la grande musica nelle chiese è rimasto inascoltato. E quando ho incontrato Papa Francesco ho chiesto anche a lui di fare qualcosa, ricordandogli l’importanza della Chiesa nella storia della musica. Sant’Agostino diceva: ‘Forma pulchritudinis est unitas’, la forma della bellezza è l’unità, l’armonia, quello che noi ricreiamo in musica”.



RICCARDO MUTI: “LOURDES È UN LUOGO IMPENETRABILE”

Il Maestro Riccardo Muti ha concesso un’intervista alla trasmissione di “Rai News 24” denominata “Tuttifrutti d’estate”, nella quale ha affrontato la tematica del concerto andato in scena a Lourdes con l’orchestra giovanile “Luigi Cherubini”, nell’ambito del progetto “Le vie dell’amicizia” del Ravenna Festival 2022. Si è trattato, nel dettaglio, di un concerto basato sulla necessità della spiritualità, che oggi si avverte più che mai. “Quando dirigo e faccio musica – ha asserito Muti –, io vivo in quel momento il messaggio musicale come un messaggio da trasmettere a chi è intorno e ascolta. Che sia Sarajevo, il Libano o il Marocco, per me è importante lasciare un messaggio di serenità e di pace”.



Certamente, Lourdes è “un luogo di speranza, impenetrabile da un punto di vista razionale, proprio come lo è la musica. La spiritualità del posto e dei testi della nostra musica si fondono insieme e danno vita a un’energia benefica per chi ascolta”.

RICCARDO MUTI: “FRASI RAZZISTE NELLE OPERE MUSICALI? LA STORIA NON DEVE ESSERE CAMBIATA, ANCHE SE CRUDELE”

Nel prosieguo della chiacchierata con “Tuttifrutti d’estate”, Riccardo Muti ha commentato anche la sua decisione a Chicago di mantenere inalterata una frase di natura razzista presente all’interno del libretto del “Ballo in maschera” di Giuseppe Verdi: “Io ho saputo che alla Scala e al Metropolitan l’avevano cambiata. Personalmente, quando mi sono trovato a portarla in scena nella città di Chicago, che è la più difficile di tutte dal punto di vista del razzismo, non ho mutato il testo e avevo addirittura dei cantanti di colore che intonavano questa parte”.

La scelta di non modificare il testo è stata motivata in questi termini da Riccardo Muti:Non si cambia la storia, che anche nella sua crudeltà e nella sua ignominia va tenuta così com’è per dire ai giovani di non ripetere gli stessi errori. Se noi utilizziamo invece il bianchetto per cancellare ciò che non andava fatto, compiamo un’azione sbagliata proprio dal punto di vista storico”.