RICCARDO PIATTI: SOGNO UNO SLAM CON SINNER

Sul Corriere della Sera è comparsa una lunga intervista a Riccardo Piatti: oggi famoso per essere il coach di Jannik Sinner, se preferite l’uomo che ne ha scoperto il talento e lo sta facendo maturare. In realtà, uno degli allenatori più importanti e famosi nel mondo del tennis: un coach privato, per usare quella definizione che lui stesso si è dato e che lo tratteggia molto bene. Lui stesso, per capire di cosa si stia parlando, ha raccontato una storia che risale a qualche tempo fa: Maria Sharapova gli aveva chiesto di darle una mano, lui la fece arriva all’Isola d’Elba prenotando un campo (come chiunque altro). Un campo brutto, spelacchiato e pieno di buche.



“Temevo la sua reazione” racconta Piatti, che invece era rimasto piacevolmente sorpreso dal fatto che la russa avesse detto che se avesse imparato a giocare bene lì, avrebbe potuto farlo dappertutto. “Così ragionano i campioni”: già, più o meno la reazione avuta di fronte a un tredicenne Jannik Sinner che, portato allo stage di tennis e arrivato dalle montagne, fece un salto mortale tuffandosi dagli scogli rivelando, agli altri ragazzini increduli, come avesse pensato di fare due capriole così una gli sarebbe venuta per forza. Piatti, di campioni o semplicemente buoni e ottimi giocatori, ne ha visti passare a bizzeffe: nel corso dell’intervista ha raccontato che Carlos Moyà a volte gli manda video degli allenamenti con Rafa Nadal, tanto per dire.



Non solo: Riccardo Piatti ha lavorato anche con Novak Djokovic, ma bisogna tornare al teenager Nole. Era il 2005: lui allenava Ivan Ljubicic, gli avevano parlato di questo ragazzino molto forte. Primo match visto: 0-6 2-6 1-6 da Marat Safin, agli Australian Open. Era numero 250 Atp: “Questo per dire che non si deve mai giudicare in fretta”. Lo allenò per circa un anno e mezzo, capì che aveva qualche problema di vista (aveva ragione), poi basta: Piatti dice che il padre di Djokovic richiedeva dedizione assoluta, lui però non si poteva sdoppiare e voleva dedicarsi ai suoi ragazzi.

Finì così: oggi che Djokovic ha 20 Slam e 37 Masters 1000 in bacheca, e ha centrato il record di settimane in vetta al ranking Atp, Riccardo non ha rimpianti: anzi, quello Slam sogna di vincerlo con Sinner, in questo i due condividono un obiettivo che è “il nostro Sacro Graal”. E sulla crescita del tennis italiano, che tiene dentro anche e soprattutto Matteo Berrettini, rivela che questo può aiutare a capire quali siano alcuni dei problemi a livello nazionale, la necessità di guardare oltre i confini del Paese, di studiare anche una dimensione privata senza dover necessariamente dipendere dagli aiuti statali.