Enrico Lucherini a tutto tondo nella lunga intervista rilasciata insieme a Riccardo Rossi a Vieni da me. Il noto press agent, che ha curato gli interessi delle più grandi star italiane, ha parlato degli influencer del giorno d’oggi e il giudizio su Chiara Ferragni e Fedez è a dir poco tranchant: «Li volevo chiudere. Il marito è così basso…». Lucherini ha poi parlato del cantante Fabio Rovazzi: «C’è anche Rovazzi, ma che canzone ha scritto questo? Ha fatto anche una canzone di Morandi, sai che novità e che giovinezza…». La situazione non migliora quando si parla di un’altra star del web: «Io non so manco chi è questa Giulia De Lellis». Giudizio positivo, invece, su Belen Rodriguez: «La conosco benissimo, è carinissima: il marito (Stefano De Martino, ndr) è bravissimo come presentatore». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
RICCARDO ROSSI E ENRICO LUCHERINI, I PROTAGONISTI DE “L’AGENDA DI ENRICO”
Riccardo Rossi e Enrico Lucherini protagonisti oggi a Vieni da me: l’attore e il press agent sono i volti de L’agenda di Enrico, documentario in onda su Rai 5 questa sera, mercoledì 16 ottobre 2019. E’ Rossi a raccontare il format nel salotto di Caterina Balivo: «Lo intervisto perché nel 1988 ho lavorato due anni in ufficio da Lucherini. Anni che mi hanno formato, ancora non sapevo che avrei fatto questo mestiere». Il volto di I ragazzi della 3ª C ha poi rivelato: «Lui mi ha dato un’inquadrata pazzesca, ricordo gli urli che mi ha fatto perché non capivo niente. Finalmente l’agenda di Enrico è tra le mie mani e ripercorreremo la storia del cinema italiano dalla A alla Z».
RICCARDO ROSSI E ENRICO LUCHERINI A VIENI DA ME
«Io per Sophia farei tutto. È la più brava e la più bella. Non mi ha parlato per una notte, poi quando ha visto i giornali è tornata a parlarmi…», ricorda Enrico Lucherini sul celebre incidente di Cannes con protagonista la Loren, con il press agent che parla poi del finto incidente automobilistico di Sylva Koscina nel 1954: «Stavamo in via Veneto dove c’era i vari gruppi di gente. Sentiamo un botto all’1 di notte, macchine di lusso scoperte, corro a vedere cos’è successo: io vado da solo, chiedo a Sylva se chiamare l’autoambalanza. Lei mi dice: “Ma sei matto? Chiama i fotografi”. L’incidente non era finto, ma lei stava benissimo: da lì ho capito che i fotografi potevano interessare anche al mio ufficio. In quel periodo scrivevo delle notizie per vari giornali».