La morte del 62enne Riccardo Sansebastiano è riconducibile all’asfissia. Il dirigente dell’Atc è stato ritrovato dai Carabinieri quel pomeriggio d’estate del 2016, all’interno di una mansarda di proprietà dell’azienda e posta al terzo piano di uno stabile. Secondo la prima ricostruzione, Sansebastiano sarebbe morto durante un gioco erotico con l’amante Gianna Damonte, a sua volta dipendente della stessa azienda. La stessa donna ha riferito agli inquirenti di aver trovato la vittima rantolante nelle prime ore del pomeriggio, di aver provato a rianimarlo, ma che non ci sarebbe stato nulla da fare. Il nome della Damonte però è finito nel registro degli indagati con il sospetto di omicidio preterintenzionale. Secondo il giudice infatti, il gioco erotico architettato con il partner sarebbe andato oltre le intenzioni della vittima. Secondo il medico legale, Sansebastiano sarebbe morto in un lungo lasso di tempo, a causa del caldo che lo ha indebolito. La posizione del tronco poi avrebbe provocato una tensione alle catene, con conseguente choc alla circolazione e respirazione.



Riccardo Sansebastiano, un giallo ancora da chiarire

Il giallo di Riccardo Sansebastiano è ancora tutto da chiarire e riguarda quella mansarda di Alessandria in cui ha perso la vita. Non è chiaro infatti come mai la vittima e l’architetto Gianna Damonte, sua amante, si trovassero nei locali dell’Atc. Secondo la versione della Damonte, lei e il partner avrebbero usato spesso la struttura per i loro giochi erotici ma secondo alcuni, dice Alessandria Oggi, l’appartamento sarebbe stato in realtà acquistato dall’architetto. Oggi, domenica 31 maggio 2020, Un giorno in pretura si occuperà del caso di Riccardo Sansebastiano e della relazione che da dieci anni lo univa alla Damonte. Non convince gli inquirenti la versione della donna, che parla di un gioco erotico finito male. La Corte d’Assise ha già provveduto a condannarla a un anno per omicidio colposo, a cui si unisce l’aggravante della previsione dell’evento e la concessione delle attenuanti. Non è escluso che il pm voglia ricorrere in Appello: durante l’arringa in aula, ha sottolineato come la Damonte abbia sbagliato a lasciare Sansebastiano da solo nella mansarda per tre ore, in una giornata piuttosto calda e dopo che l’uomo aveva bevuto solo un drink.

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