La ricchezza pro capite in Italia nel 2024 è stimata per 93.000€. Una media che però non rappresenta realmente il patrimonio dei cittadini del nostro Bel Paese, visto che molti di loro investono nel mattone e in attività finanziarie.
Un dato che però è significativo proviene dall’analisi di Paolo Coccia, che ricopre il ruolo Chief economist dell’istituto bancario Bnl Bnp Paribas, il quale rivela che quest’anno gli italiani sono riusciti a risparmiare più del 10% del loro reddito. Potremmo identificarlo come un record dato che ciò non succedeva da almeno due anni.
Ricchezza pro capite Italia: italiani “pazzi” per il mattone
La ricchezza pro capite in Italia è stata rilevata sui 93.000€. Cifra che però non sembrerebbe corrispondere allo scenario più realistico possibile, e questo perché gli italiani amano investire nel settore immobiliare e nelle attività finanziarie.
Se è pur vero che il mattone si è quasi sempre rivelato un “porto sicuro”, allo stesso tempo l’inflazione e il rialzo dei tassi d’interesse hanno reso più difficoltose le operazioni di mutui, così parte degli imprenditori hanno preferito attendere e acquistare in contanti.
Gli investimenti
Sicuramente gli investimenti immobiliari prevalgono su qualunque altra operazione finanziaria, e questo lo dimostrano i dati: il valore medio patrimoniale degli italiani va oltre i 5 miliardi di euro (ed è l’importo complessivo del mattone).
Ma oltre al fronte immobiliare, c’è speranza per il mercato obbligazionario, sempre più ambito perché da una sicurezza in più agli italiani che periodicamente investono parte del loro patrimonio. Soltanto durante i primi mesi di quest’anno sono stati capitalizzati oltre 40 miliardi di euro.
Quote fondi
Un aspetto negativo che ha influito sulla ricchezza pro capite in Italia riguarda i depositi. All’inizio del 2023 la cifra ammontava a 60 miliardi di euro, un deficit di 110 miliardi di euro se confrontati ai 170 miliardi del biennio 2020 – 2021.
Gli investimenti hanno visto dei cambiamenti repentini, e grazie alla partecipazione più folta sui fondi comuni gli italiani hanno compensato – seppur in parte – il “disinvestimento” che si è verificato nel 2023.
Due prodotti di investimento che non tendono a decollare ma anzi sono in discesa, sono quelli previdenziali e assicurativi.