Il professor Walter Ricciardi, consulente del ministro della Salute, Roberto Speranza, è intervenuto quest’oggi al forum ‘Un’agenda per la salute’ tenutosi nel corso del Festival dell’economia a Trento. L’ordinario di Igiene presso l’università Cattolica di Roma ha criticato l’organizzazione della sanità italiana, spiegando: “La sanità italiana è governata come un’assemblea condominiale, è impossibile mettere d’accordo tutti. Così è difficile avere una governance efficace che possa dare risposte e servizi efficienti ai territori e ai cittadini”.



A supporto della propria tesi Ricciardi sottolinea una certa disomogeneità nella campagna vaccinale anti-covid attualmente in corso, con le Regioni che sembrerebbero andare un po’ in ordine sparso e in autonomia: “Basta vedere cosa sta succedendo con le vaccinazioni, non c’è un’anagrafe vaccinale nazionale, che è stata finanziata nel 2017 con la legge Lorenzin ma non è mai decollata, e i sistemi informativi elettronici delle Regioni, dove ci sono, non dialogano fra loro”. Intervenuto poi al programma ‘Domande e Risposte’ su RaiNews24, il professor Ricciardi ha quindi ribadito l’importanza della vaccinazione, sottolineando come l’apertura a tutti cittadini dai 12 anni in su “è straordinariamente importante, però non deve portare a trascurare i soggetti vulnerabili” non ancora immunizzati, “che sono quelli più a rischio se contraggono l’infezione”.



RICCIARDI: “QUESTA E’ L’EPOCA DELLE PANDEMIE”

Il professore ha quindi invitato “uno sforzo aggiuntivo” appunto per individuare quelli che ancora non si sono vaccinati ma non perchè no vax. Nel suo intervento presso il forum di Trento Ricciardi ha poi concluso spiegando: “è l’epoca delle pandemie, dobbiamo prepararci e cambiare. La riduzione delle povertà è fondamentale per prevenire e affrontarle meglio. Stiamo cercando di tornare a una vecchia normalità che non esiste più. Cambieremo davvero con la prossima pandemia”. Il professor Ricciardi è sempre stato un acceso sostenitore delle misure rigide, un cosiddetto “chiusurista”, e proprio per questo è stato spesso e volentieri molto criticato da una parte della politica che invece spingeva verso riaperture e una vita quotidiana con meno misure di restrizione.

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