Serviranno almeno un paio di settimane per capire l’impatto delle riaperture delle scuole sul coronavirus. A spiegarlo è Walter Ricciardi, professore ordinario di Igiene generale e applicata all’Università Cattolica e consulente del ministro della Salute Roberto Speranza: «È ancora presto dal punto di vista epidemiologico – le parole riportate quest’oggi, 16 settembre, dal quotidiano IlGazzettino – per capire l’impatto della riapertura delle scuole, dobbiamo aspettare almeno due settimane. Dal punto di vista organizzativo, invece, rimettere in moto 10 milioni di persone è stato un fatto positivo, con qualche disguido qui è lì». Ricciardi ha ricordato come questo virus vada ancora “inseguito” e quanto circoli ancora in «Maniera molto diffusa in tutte le regioni italiane, ed è estremamente importante identificare subito la persona positiva e tracciare. Per questo è importante l’app Immuni». In questi giorni la comunità scientifica internazionale sta dibattendo sulla durata della quarantena (in Francia è stata ridotta da 14 a 7 giorni), ma a riguardo Ricciardi è perentorio: «Al momento la linea è quella prudenziale del mantenimento dei 14 giorni».



RICCIARDI: “TRASPORTI ALL’80%? VI SPIEGO…”

«È stata avviata la discussione sulla base di due documenti internazionali – ha proseguito sempre sullo stesso argomento – il primo della Francia, che ha ridotto in una maniera che ci ha lasciato estremamente perplessi» la quarantena «a 7 giorni, e in questo modo si perde una quantità enorme di soggetti infetti. E poi della Germania che ha proposto di abbassarla a 10 giorni. Siamo rimasti d’accordo di valutare queste ipotesi, anche se permane sia da parte dell’Oms che dell’Ecdc l’indicazione a 14 giorni. Entrambe queste istituzioni ci dicono che, se si abbassa la durata si arriva a perdere il 10% dei casi e in una situazione come quella francese, questo significa che si perdono 1000 casi al giorno». Infine la questione della capienza dei mezzi pubblici fino all’80%, come voluto fortemente dalle regioni alla luce della riapertura dele scuole: «Noi rimaniamo sempre dell’idea che abbassare la misura di sicurezza della distanza almeno di un metro è pericoloso. Però per i treni ad alta velocità dobbiamo (e stiamo) affrontando la questione in maniera univoca per tutti i vettori nazionali. Approfondiremo, e nel breve periodo daremo una risposta anche per questo».

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