Secondo Walter Ricciardi, consulente per le questioni internazionali del ministero della Salute e rappresentante dell’Italia nel consiglio esecutivo dell’Oms intervistato da Repubblica, è giunto il momento di riaprire le frontiere ma non può essere fatto senza distinguo e senza controlli: «Con ponderazione. Bisogna sempre avere lo sguardo alla circolazione del coronavirus. Non ci sono problemi se si tratta di paesi che hanno una situazione pandemica simile, e comunque con una circolazione contenuta». Per il consulente di Roberto Speranza però è giusto anche in questa fase 3 tenere chiuso a quegli Stati che finora non hanno preso misure necessarie e tempestive per il contenimento del coronavirus: e Ricciardi fa nomi e cognomi, «alcuni Stati hanno lasciato che la curva epidemica si alzasse e hanno ancora una circolazione del virus di piena intensità».
RICCIARDI E LA FASE 3
Il riferimento è inevitabilmente per gli Usa di Donald Trump: «La Cina – spiega il membro Oms – ha fatto una strategia di contenimento mentre gli Usa hanno lasciato dilagare l’epidemia e in alcuni casi allentato misure di contenimento, peraltro blande, prima che la curva epidemica si appiattisse. Ci sono stati Usa in piena crescita esponenziale dei contagi». Non solo, secondo Ricciardi «Nessuno può essere certo sulla Cina, ma non avrebbe interesse a truccare i dati». Al netto di ciò, prosegue Ricciardi nell’intervista a Repubblica, bisogna comunque controllare tutti gli accessi: «Si chiude ai Paesi che hanno ancora tanti casi, ma chi proviene dal resto del mondo non deve passare le frontiere senza verifiche». In merito ai focolai piccoli o grandi che si stanno diffondendo in questi ultimi giorni (Mondragone, Rsa Monferrato, Bartolini Bologna etc..) per Walter Ricciardi non vi è particolare allarme, anche se «siamo in una fase prevista e prevedibile, successiva a quella con più contagi. Ci sono e ci saranno focolai limitati ed è fondamentale tenerli sotto controllo appena si presentano per evitare che diventino nuovamente un’epidemia».