RICERCA MEDICA, SEMPRE MENO VOLONTARI PER GLI STUDI CLINICI

Per scienziati e ricercatori diventa sempre più difficile trovare soggetti volontari disponibili a sottoporsi a dei test, come ad esempio quello per verificare se il latte poco lavorato protegga o meno i bambini dalle allergie: a riportarlo un lungo articolo pubblicato di recente dalla ‘Süddeutsche Zeitung’, uno dei principali quotidiani tedeschi che in un reportage analizza un aspetto poco dibattuto del mondo della ricerca scientifica su alcune malattie. Erika Von Motius, allergologa presso l’Helmholtz Center di Monaco di Baviera aveva tempo fa avviato il suo studio, denominato “Martha” (Milk Against Respiratory Tract Infections ) e molti scienziati da tutto il mondo ne attendevano i risultati dato che in precedenza si era scoperto che il latte vaccino non trasformato proteggerebbe efficacemente i bambini dall’asma e da tutte le allergie. Tuttavia, il problema è che negli ultimi tempi lo studio cominciato nel 2018 ha subito dei rallentamenti.



GERMANA, “CRISI DI RECLUTAMENTO” PER I TEST SULLE MALATTIE

Prima l’esplosione della pandemia da Coronavirus nel 2019, poi molti partecipanti ai test non hanno più potuto svolgere gli esami concordati: “È sempre stato difficile reclutare partecipanti per studi epidemiologici” ha raccontato la Mutius alla ‘Süddeutsche Zeitung’ nonostante una esperienza sul campo oramai trentennale. “Ciò è dovuto anche al fatto che una sempre maggiore burocrazia e la protezione dei dati” ha spiegato la ricercatrice provando a individuare una delle possibili cause delle recenti difficoltà di trovare volontari. Una vera e propria “crisi di reclutamento” come la definisce l’allergologa che prova a individuare altre criticità in questo sistema: “Non sappiamo perché, ma sospettiamo che in alcuni gruppi di popolazione siano più stressati e preoccupati per se stessi: poi non è prevista alcuna indennità per la partecipazione a studi di ricerca” aveva aggiunto, ammettendo che un bambino viene pagato pochi euro per le spese di viaggio e che in ogni caso il bilancio a loro disposizione non consente di fare di più.



I MOTIVI DELLA MANCANZA DI VOLONTARI: PANDEMIA, INDENNIZZI BASSI E…

Attualmente, lo studio “Martha” è in corso con 220 bambini invece dei 1.000 che si sperava di raggiungere: i partecipanti bambini assumo per sei mesi regolarmente un latte appositamente preparato che viene riscaldato a 72 gradi Celsius e, cosa più importante, non viene lavorato. Ma ci sono anche altre ricerche importanti come questa che non riescono a far breccia nei possibili volontari: “Ci sono ricerche che hanno più difficoltà di altre a conquistare le persone, questo vale soprattutto per la ricerca sulla prevenzione… Le persone malate, a differenza di quelle sane, sono più propense a scegliere terapie sperimentali”. Poi, a differenza dei soggetti più istruiti, ancora oggi “le barriere che ostacolano l‘accesso delle minoranze agli studi sono immense” ricorda la scienziata comportamentale Alice Forster dell’University College di Londra in un saggio. “Poi le persone possono conquistare più apertamente le persone per una causa se sono simili a loro”.



IL CASO DEI PAESI BASSI, MENTRE NESSUN PROBLEMA PER LE AZIENDE FARMACEUTICHE

A tal proposito tuttavia l’articolo cita un caso esemplare, ovvero quello dei Paesi Bassi: da queste parti nel 2017 è stato infatti predisposto un database nazionale, il “Registro olandese dei cervelli” in cui chiunque abbia più di 18 anni, sano o malato che sia, può iscriversi e partecipare alla ricerca sul cervello, venendo anche informati sui nuovi studi. Inoltre, una campagna sui social media ha aiutato la banca dati social media hanno aiutato la banca dati a raggiungere 14.000 utenti registrati in poco tempo e che hanno partecipato a uno studio di prevenzione contro la demenza. Per i ricercatori, tali banche dati sono una possibile risposta alle “crisi di reclutamento”, soprattutto quando sono poche le persone effettivamente ‘eleggibili’ per partecipare a uno studio. Il fattore decisivo, conclude l’articolo, è la motivazione dei potenziali partecipanti dato che sovente una determinata malattia non è percepita come una minaccia: infine non va dimenticato che spesso le aziende farmaceutiche non hanno problemi a reclutare volontari per i loro test clinici dato che offrono pure fino a 500 euro al giorno: un chiaro incentivo e con l’inflazione che galoppa le stesse aziende hanno anche più richieste che in passato.