Pierpaolo Sileri, viceministro della Salute, si aspetta più trasparenza da Ranieri Guerra sul caso del dossier Oms sparito e del piano pandemico italiano. «Si potrebbe risolvere tutto con molta facilità semplicemente con la trasparenza o con un’intervista più ampia o semplicemente spiegando esattamente quello che è stato», ha dichiarato ai microfoni di Radio Radio. La trasparenza è fondamentale tra l’altro anche per far sì che il cittadino abbia fiducia nel sistema e nelle istituzioni. «Spero che Ranieri Guerra spieghi come stanno esattamente le cose, è un atto dovuto e non c’è nulla di male», ha proseguito Sileri. L’esponente M5s si è detto convinto che non debba esserci alcuna forma di sudditanza nei confronti dell’Organizzazione mondiale della sanità, né l’operato italiano deve essere difeso da altri. «Mi auspico di riavvolgere il nastro e vedere un’intervista completa nella quale vengono date tutte le risposte alle domande che sono state fatte dal giornalista», ha aggiunto Sileri, secondo cui la ricerca della verità è sempre giusta. «E se qualcuno ha sbagliato venga punito». (agg. di Silvana Palazzo)

RICERCATORE OMS “MINACCIATO PER ALTERARE DOSSIER”

Altre ombre sull’operato dell’Organizzazione mondiale della sanità. Il dossier critico nei confronti della gestione italiana dell’emergenza Covid, e che è misteriosamente sparito poco dopo la sua pubblicazione, è diventato un caso. Il programma tv Report ha acceso i riflettori sul ruolo di Ranieri Guerra, considerato l’uomo che ha fatto sparire il dossier dopo aver chiesto invano di modificarlo per far risultare aggiornato il piano pandemico dell’Italia, visto che lui non lo aveva fatto quando era direttore del Dipartimento prevenzione del ministero della Salute. In questa intricata vicenda ha un ruolo chiave Francesco Zambon, l’uomo che ha coordinato il team di ricercatori che ha redatto quel report. «Sì, ho ricevuto pressioni e minacce di licenziamento affinché modificassi il rapporto e scrivessi che il piano pandemico risale al 2016 e non al 2006, come invece è», ammette il coordinatore della sede veneziana dell’Oms nell’intervista rilasciata al Corriere del Veneto. Attualmente lavora ancora per l’Oms, ma è consapevole che presto potrebbe essere silurato. In ogni caso è pronto a testimoniare davanti ai pm di Bergamo.

FRANCESCO ZAMBON VS RANIERI GUERRA SU DOSSIER OMS

Finora l’Oms ha bloccato Francesco Zambon e gli altri ricercatori che hanno redatto il rapporto, invocando l’immunità diplomatica per i suoi rappresentanti. Però non ha opposto resistenza alla convocazione del direttore vicario Ranieri Guerra, nonché membro del Comitato tecnico scientifico. Francesco Zambon, però, ha ricordato che «lo status diplomatico non dispenserebbe dall’obbligo di rendere testimonianza», in base a quanto ritenuto dai pm. Quindi, è pronto a dire la sua alla Procura di Bergamo. Ormai è solo questione di giorni. Dunque, è pronto a raccontare le pressioni ricevute affinché la relazione finanziata dal Kuwait fosse modificata indicando che il piano pandemico era stato aggiornato nel 2016 e riconfermato nel 2017, restando di fatto immutato dal 2006. Il ricercatore però ha resistito a quel pressing, motivo per il quale quel documento sarebbe stato ritirato. «Sono state fatte sparire tutte le copie cartacee, le mie le tengo gelosamente in cassaforte», ha dichiarato Francesco Zambon al Corriere del Veneto. Quei documenti scottano, perché con un piano pandemico efficace si sarebbero salvate almeno 10mila vite.

«Si sarebbero potuti formare i sanitari in prima linea, risultati invece largamente impreparati», ha aggiunto il ricercatore. La vicenda del piano pandemico e del dossier Oms è finita anche alla Camera ieri. Giorgio Mulé di Forza Italia ha incalzato il ministro della Salute Roberto Speranza: «Perché, ministro, non chiede all’Oms di svelare le carte, perché non convoca Zambon, perché non pretende chiarezza da Guerra? Sono dei fatti gravissimi e avete l’obbligo della trasparenza e della verità».