Una ex ricercatrice è stata infettata dall’HIV durante un periodo di studio, un erasmus, avvenuto a Ginevra nel 2011, ed ha ricevuto un risarcimento di 145mila euro. La vicenda è riportata dal Corriere della Sera che racconta della studentessa che era partita dall’università di Padova per un Erasmus a Ginevra, per lavorare sulla tesi di laurea, una ricerca sul virus HIV. Peccato però che una volta rientrata in Italia, mesi dopo lo studio, sia risultata appunto positiva allo stesso virus che aveva maneggiato in un laboratorio dell’università elvetica.



L’incidente risale appunto al 2011, 13 anni fa, e stando a quanto riferito Il Gazzettino, la ricercatrice ha ottenuto ora un risarcimento da 145mila euro da parte dello stesso ateneo di Ginevra e da quello di Padova, chiudendo così una vicenda che dura da 13 anni. La storia era stata resa pubblica dalla giovane soltanto cinque anni fa, quando aveva deciso di portare l’università in tribunale, chiedendo un risarcimento milionario.



RICERCATRICE CONTRAE HIV IN ERASMUS: “NESSUNO DEVE AFFRONTARE IL MIO CALVARIO”

«Lo faccio — aveva spiegato la studentessa, assistita dall’avvocato Antonio Serpetti del foro di Milano — per tutti i giovani come me, che consegnano le loro vite nelle mani di chi dovrebbe tutelarle. Perché nessun altro sia costretto ad affrontare il mio calvario». Aveva puntato il dito contro le misure di sicurezza: «Nessuno preparò me e gli altri studenti che entrarono in quel laboratorio a quegli esperimenti. Non ricevemmo alcun corso, nessuna indicazione sulla sicurezza».

Al rientro in Italia la studentessa non si era accorta di nulla, ma aveva scoperto la positività mesi dopo per caso: era andata a donare il sangue e gli esami avevano rivelato la presenza appunto del virus HIV. «Ripenso subito agli esperimenti che avevo fatto sette mesi prima mentre ero all’estero — aveva raccontato al Corriere —: mi erano stati fatti manipolare pezzi del virus. Ma erano virus che non potevano replicarsi, detti difettivi. In teoria un’operazione senza rischi».



RICERCATRICE CONTRAE HIV IN ERASMUS: MISTERO SUL CONTAGIO

Il virus contratto dalla donna era identico a quello presente in laboratorio, così come da sequenza genetica, anche se bisogna ancora capire come abbia fatto la ricercatrice ad infettarsi. Il Corriere della Sera parla della possibile rottura di un dispositivo di sicurezza, o anche di una escoriazione o di qualche altro incidente di cui non vi è traccia.

Un caso che era finito anche negli Stati Uniti visto che a febbraio del 2016, i ricercatori dello stesso laboratorio dell’università di Ginevra, avevano presentato la questione ad uno dei più importanti congressi del settore, dicendo: «Potremmo essere di fronte al primo caso di contagio con un virus generato in laboratorio». Nello studio pubblicato l’anno successivo si è considerata anche la possibilità che l’HIV sia stato trasmesso via aerosol, quindi come il covid giusto per capirci. Una questione su cui forse non si farà mai chiarezza.