Il 78% degli italiani lo sceglie per la sua capacità di conservarsi a lungo e facilmente, molto apprezzata in tempi di pandemia. Il 47% per la sua praticità d’uso. Il 44% perché è un valido sostituto del pesce fresco. Ma a fare apprezzare il tonno in scatola è anche la facilità nella ricettazione che lo rende protagonista nella preparazione di insalate o contorni (nell’87% dei casi), di primi (85%) e della maggior parte dei piatti della tradizione, come pizze rustiche, verdure ripiene, polpettone di tonno.
E non è tutto. Quasi quattro italiani su 10 lo considerano perfino un comfort food, ovvero un cibo capace di aiutare a sopportare i momenti difficili. È poi percepito come un alimento fortemente controllato: i processi di inscatolamento e le innumerevoli verifiche sono talmente consolidati che la sua sicurezza alimentare diventa un dato di fatto incontrovertibile. A suo favore, infine, gioca anche una insospettabile anima green: la scelta del tonno apre infatti le porte a virtuose pratiche antispreco. L’olio della scatola può essere utilizzato in cucina perché mantiene intatti l’aroma, il sapore e le qualità organolettiche, acquisendo peraltro dal pesce Omega 3 e Vitamina D. Tutti plus che portano un intervistato su 4 (25%) a utilizzare l’olio residuo abitualmente per condire l’insalata o il sugo della pasta.
Sono questi gli ingredienti che, secondo la ricerca “Il consumo di tonno in scatola durante il lockdown” realizzata da Doxa per Ancit (Associazione Conservieri Ittici e delle Tonnare), hanno contribuito a determinare un incremento dei consumi di tonno, protagonista nelle settimane dell’inizio dell’emergenza di un allungo del +33,6%. Un italiano su 2 ha del resto dichiarato di averne aumentato l’utilizzo, confermando così l’amore verso un prodotto che piace a tutti (lo mangia il 99% del campione) e che viene consumato 2-3 volte la settimana da oltre un terzo della popolazione, con punte fino al 41% nel caso dei giovani della Generazione Z, ovvero dei ragazzi di età compresa tra i 18 e i 25 anni per i quali spesso segna il battesimo ai fornelli.
Conserve ittiche: benefici a tutto campo
Gli italiani mostrano però di apprezzare anche altre conserve ittiche: il 64% di chi consuma abitualmente tonno in scatola, infatti, compra sgombro (59% tra i più giovani), alici (54%, 47% tra i più giovani) e salmone (50%, 52% tra i più giovani). L’introduzione di questi prodotti del mare nella nostra dieta presenta del resto molti vantaggi. Nei “Suggerimenti alimentari e nutrizionali durante l’auto-quarantena”, l’Oms (Organizzazione mondiale della sanità) ha infatti indicato le conserve ittiche tra gli alimenti ad alto valore nutrizionale, buone fonti di proteine ad alto valore biologico, di vitamine, sali minerali, Omega 3. E il tonno in scatola rappresenta una perfetta cartina al tornasole della tesi. “All’apporto di nutrienti di alto valore biologico come le proteine – spiega Luca Piretta, gastroenterologo e nutrizionista all’Università Campus Biomedico di Roma – associa anche gli Omega 3. Inoltre, la presenza di Vitamina D lo rende ulteriormente utile a livello nutrizionale, dal momento che le limitazioni alla mobilità portano a esporsi poco al sole. E numerosi studi dimostrano un’attività specifica di questa sostanza nel favorire una maggiore difesa del sistema immunitario contro infezioni, virus, influenza e polmonite”.
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