RICHARD DAWKINS E IL CASO FACEBOOK: COS’È SUCCESSO

Il famoso biologo e divulgatore scientifico Richard Dawkins è stato tagliato tagliato fuori da Facebook, il social network che fa capo a Meta, per un suo post sulla pugile algerina Imane Khelif che però ha pubblicato altrove. A denunciare è stato lo stesso studioso, ritenuto uno dei maggiori esponenti contemporanei dell’evoluzionismo e del nuovo ateismo.



Con un post su X, ex Twitter, ha annunciato che il suo account sul social di Mark Zuckerberg è stato cancellato, presumibilmente in risposta alle sue osservazioni sull’atleta che ha vinto la medaglia d’oro alle Olimpiadi di Parigi 2024, dove è stata al centro di un caso per i suoi livelli di testosterone.



«Il mio intero account è stato cancellato, apparentemente (non è stata fornita alcuna ragione) perché ho twittato che i pugili geneticamente maschi come Imane Khalif (XY indiscusso) non dovrebbero combattere contro le donne alle Olimpiadi. Naturalmente la mia opinione è aperta a discussioni civili. Ma una vera e propria censura?», ha scritto Dawkins.

CENSURA DI META? INTERVIENE ELON MUSK

È bene precisare che lo stesso Dawkins non è sicuro di essere stato censurato ed estromesso dal social di Mark Zuckerberg per il suo tweet sulla partecipazione di Imane Khelif: si tratta di una sua ipotesi, probabilmente frutto della consapevolezza che la sua presa di posizione abbia fatto discutere. D’altra parte, è a dir poco anomalo che la decisione sia stata presa per un intervento pubblicato sull’account di X. Comunque, cercando la sua pagina su si ottiene questo risultato di errore: «Questo contenuto non è al momento disponibile».



Su X aveva detto la sua: «A due uomini, che fingono di essere donne, è stato permesso di competere contro donne vere alle Olimpiadi», aveva scritto il 29 luglio, senza alcuna conseguenza per quanto riguarda la sua permanenza sul social di Elon Musk. Il miliardario proprietario della piattaforma X è intervenuto muovendo dure critiche contro i rivali, esprimendo tutta la sua frustrazione per le politiche di moderazione dei contenuti del social rivale: «Non potrà mai essere attendibile».

Meta non ha ancora risposto direttamente alle critiche di Musk, di fatto l’incidente ha suscitato un dibattito più ampio sulla libertà di parola e sul ruolo della moderazione dei contenuti sulle piattaforme di social media.