Con la campagna vaccinale che stenta a decollare, sono molti coloro che invocano l’utilizzo impellente del vaccino Sputnik V, il famoso siero prodotto ormai mesi fa dalla Russia. Fra coloro che sono favorevoli vi sono il professore Remuzzi, come ha spiegato in una recente intervista, ma anche Luca Tajani, il numero di Forza Italia, che parlando a SkyTg24 ha confessato: “Serve la prudenza, se si deve si chiudere si chiuda, ma dobbiamo impedire che si arrivi a un altro lockdown”.
“Per questo – ha proseguito il forzista – insistiamo sul piano vaccini e abbiamo chiesto che l’Unione europea si muova per parlare non solo con le imprese per acquistare altre dosi di vaccino, ma anche, se serve, che si trovi un accordo con i russi per utilizzare lo Sputnik. Si deve fare tutto quello che deve essere fatto per tutelare la salute”. Contraria, almeno fino a che non arrivino dati certi, invece l’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco, come ha fatto sapere recentemente Magrini, e contrario anche il Cts.
RICHELDI: “SPUTNIK V? SERVE UNA REVISIONE ULTERIORE DEI DATI”
A riguardo ne ha parlato Luca Richeldi, direttore di Pneumologia al Policlinico Gemelli di Roma, nonché membro del Comitato tecnico scientifico (Cts), che in collegamento con il programma di Rai3, Agorà, ha sottolineato come i dati sul vaccino Sputnik siano stati “pubblicati su una rivista molto prestigiosa, internazionale, che è ‘The Lancet'”, e sono risultati “molto promettenti, molto positivi”. Ma “come per tutti gli altri vaccini, dopo la pubblicazione dei dati c’è una revisione ulteriore di questi dati, più accurata, da parte dell’agenzia regolatoria. Come gli altri vaccini”, anche ‘Sputnik V’ “seguirà l’iter”. I dati, quindi, “non bastano per noi, non bastano per lo Stato italiano e per l’Unione europea in generale anche se qualche Paese si è un po’ allontanato da questa strada”, si pensi ad esempio a San Marino ed altre Paesi membri dell’Ue. Richeldi ha detto la sua anche sulla strategia di vaccinazione, sottolineando come, a suo modo di vedere, sarebbe meglio completare il richiamo piuttosto che somministrare una prima dose massiccia: “Ritengo che al momento sarebbe importante completare le vaccinazioni delle persone più vulnerabili”.