«Dobbiamo far capire ai giovani che ci sono dei rischi, dobbiamo farli ragionare». Così il professor Luca Richeldi ieri a Tg2 Post parlando delle vacanze estive e delle discoteche con Bob Sinclar ospite. All’estero, infatti, ci sono meno restrizioni che in Italia, quindi il timore degli esperti è che i giovani vadano all’estero facendo meno attenzione a tutte le precauzioni, col rischio di “portare” poi varianti. «Non credo che adesso ci siano le condizioni per riaprire le discoteche, ma accadrà sicuramente come è avvenuto per i ristoranti», ha proseguito il direttore di Pneumologia al Policlinico universitario Agostino Gemelli Irccs di Roma. L’idea è di seguire quanto fatto con i ristoranti. «Abbiamo fatto la scelta giusta facendo ripartire i ristoranti all’aperto, potremmo fare lo stesso con le discoteche». Anche perché la situazione sta migliorando: «Sono quasi due mesi che abbiamo meno ricoverati del giorno prima, questo è straordinario. Inoltre, i vaccini sembrano funzionare meglio che negli studi», ha osservato Luca Richeldi.



RICHELDI E LA BATTUTA SU BASSETTI

«Se continuiamo così svuoteremo gli ospedali e potremo vivere un’estate diversa dall’anno scorso. Con numeri bassi come l’anno scorso, ma più tranquilli perché ci saranno persone vaccinate», ha proseguito Luca Richeldi al Tg2 Post. Inoltre, ha lanciato una frecciatina al professor Matteo Bassetti, che con altri scienziati ha lavorato ad un protocollo per la riapertura delle discoteche. «Non è tanto diverso ai protocolli sviluppati in Spagna, Inghilterra e nel Nord Europa. Sostanzialmente si applica il Green Pass. Durante l’ingresso nelle discoteche si indossano le mascherine, poi possono non essere utilizzate. Lo si può applicare per concerti ed eventi sportivi. Potrebbe essere uno strumento per incrementare la capienza», ha dichiarato il direttore della Clinica Malattie Infettive dell’Ospedale San Martino di Genova. Al termine del servizio, Luca Richeldi ha dichiarato: «Gli esperimenti possiamo farli, anche se più o meno sappiamo già i risultati. Il problema è quando si trasferiscono sui grandi numeri. Abbiamo più o meno gli stessi ricoverati dell’anno scorso, ma all’epoca venivamo da un lockdown, mentre ora stiamo riaprendo. Ci mancano poche settimane per mettere in sicurezza i più fragili. Se completiamo la vaccinazione degli over 60, possiamo consentirci qualche riapertura in più».

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