Oltre tre miliardi di euro: è questo il valore economico che nel 2022 ha generato il riciclo e il recupero del packaging. A calcolarlo è stato Conai, il consorzio nazionale imballaggi, che contribuisce per circa un miliardo e mezzo assicurando l’avvio del riciclo a qualunque condizione di mercato. Il risultato, spiega il Sole 24 Ore, sarà al centro del Rapporto integrato di sostenibilità che verrà presentato a Ecomondo. Il valore generato dal sistema era di 2 miliardi nel 2020 e di 1.5 nel 2010: negli ultimi 25 anni ha superato i 38 miliardi. Il valore del recupero è di 2 miliardi di euro (667 milioni da Conai, 1.4 miliardi dal libero mercato). L’energia prodotta dalla valorizzazione energetica dei rifiuti da imballaggio è invece di 20 milioni, di cui 18 gestiti da Conai.



Il valore economico è calcolato sulla base dei risparmi delle emissioni di gas serra grazie al riciclo e al recupero energetico. Il valore calcolato di ogni tonnellata, sulla base della Direttiva Ue 2009/33, è di 60’ milioni (280 derivano dall’attività di Conai). Sono invece 11.8 milioni le tonnellate di materia vergine non estratti grazie al riciclo degli imballaggi nel 2022. 4.7 milioni provengono dal lavoro del sistema Conai, che ha fatto risparmiare 1.8 milioni di tonnellate di vetro, 1.1 milioni di tonnellate di carta, 789mila tonnellate di legno, 540 mila di plastica, 302 mila di acciaio, 171 di plastica computabile e 15.500 di alluminio.



Riciclo del packaging, normativa UE mette a rischio il mercato italiano

L’energia derivamte da fonti fossili che grazie al riciclo non è stata consumata, è pari a 56.2 TWh. È stata invece evitata l’emissione di 10.2 milioni di CO2. “Il modello italiano nella gestione dei rifiuti di imballaggio continua a funzionare in modo molto efficace. Siamo uno dei nove Stati membri che, lo scorso giugno, si è trovato fra quelli sulla buona strada per raggiungere gli obiettivi di preparazione per il riutilizzo e riciclo, secondo la Commissione europea” ha spiegato Ignazio Capuano, presidente di Conai.



“Il sistema ha retto l’urto della pandemia prima e della crisi delle materie prima poi. L’Italia ha raggiunto gli obiettivi complessivi di riciclo degli imballaggi che l’Unione chiede al 2030: è un grande risultato” ha aggiunto ancora. L’Europa sta ora discutendo un regolamento che riguarda gli imballaggi che introdurrebbe nuovi divieti sul packaging monouso e obiettivi di riutilizzo nell’ambito della ristorazione. Il 24 ottobre la Commissione Ambiente ha dato il suo parere favorevole. Questo regolamento, secondo Capuano, “impatterebbe sui benefici del riciclo in modo negativo. Ma la bozza molto probabilmente cambierà. Per questo è bene aspettare per dare un giudizio. Va ricordato che questo regolamento va ad impattare solo sul 4% dei rifiuti totali prodotti in Europa, ossia gli imballaggi. E che, di questa piccola fetta, a livello comunitario circa il 64% viene già correttamente riciclato. Una percentuale che in Italia raggiunge il 71.5%. Stiamo quindi parlando di una piccolissima fetta dei rifiuti prodotti in Europa”.