Ricky Gianco, nome d’arte di Riccardo Sanna, è stato ospitato nel salotto del programma L’Ora Solare, su TV2000, dove si è raccontato, ripercorrendo la sua lunghissima e celebre carriera. Nato a Lodi, cresciuto a Milano, non ha mai perso la sua anima sarda, dura e decisa, che l’ha portato tra le stelle della musica italiana in pochissimi anni. Cominciò a cantare, ricorda, “a 8 anni, in casa. Mio zio mi aveva regalato una chitarrina di legno finta. Quando c’erano degli invitati a casa di miei, apparivo con questa chitarrina e cantavo”.
Poi, ricorda ancora Ricky Gianco, “dall’età di 12 anni ho iniziato chitarra classica, dovevo andare in conservatorio”, ma suo zio, che era stato oboista, convinse i suoi genitori del contrario. Fu, tuttavia, probabilmente una fortuna, perché a 16 anni lo scoprì, a Milano, Mike Bongiorno. “Era una persona di una bontà incredibile”, ricorda, “credo che avesse visto 45 giri e mi propose di fare Carosello“. Non solo, perché poco dopo, racconta, “mi ha proposto di cantare durante i suoi spettacoli e fu una cosa eccezionale, perché per la prima volta ho visto il pubblico”. La carriera di Ricky Gianco, poi, cambiò nuovamente quando lo scoprì anche Adriano Celentano che, la prima volta, “mi disse ‘sei forte, ma ti manca la erre’, perché io parlavo come mio padre, non avevo la posizione della lingua che emette la erre”. Prese lezioni di dizione e “dopo 6 mesi ci fu un altro spettacolo e Adriano mi riconobbe e mi disse di fare Il Clan. Che era poi una prima casa discografica individuale”
Ricky Gianco: “Rifiutai di aprire i concerti dei Beatles”
Fu lo stesso Celentano, racconta ancora Ricky Gianco, a cambiare il suo cognome. Nel periodo del Clan, infatti, “lasciavo la [casa discografica] Ricordi che mi ha fatto causa, ma era una causa inutile perché di dischi ne avevo venduti 6. Allora Celentano disse ‘Cambiamo nome, così se fanno causa la fanno ad una persona che non c’è più'”. Ricorda, infatti, che “una notte, penso fossero le tre, suona il telefono, io rispondo e una voce mi dice ‘ti piace Ricky Gianco?’, non avevo capito niente ma disse di si e riattaccai” capendo solo la mattina seguente che “era Adriano”.
Su quel periodo al Clan, però, Ricky Gianco, che ci tiene a precisare che fu un periodo felice e florido per la sua carriera, trovò anche alcune difficoltà. “Adriano”, ricorda oggi, “era bravo, macchiavellico nelle sue cose, ma era anche un po’ dittatoriale su altre cose, non era un carattere molto facile” e, forse, anche per questo durò in totale solo un anno e mezzo. Nella sua intervista, però, ci tiene a ricordare anche quando i Beatles gli offrirono di aprire i loro concerti in Italia. “Li conoscevo solo attraverso i dischi”, racconta Ricky Gianco, “e mi proposero di fare il primo tempo dei loro spettacoli in Italia. Mi mandarono là per conoscerli e siamo rimasti tre ore in questo camerino parlando di tutto. Dopo mi hanno detto di andare giù in teatro a vedere lo spettacolo. C’era una tensione”, ricorda il cantautore, “era pieno di ragazzi che volevano solo i Beatles e lì io ho cominciato a piangere. Ero felice ed ero molto emotivo, ma dissi di no perché mi sembrava di offenderli“.