Il celebre Ricky Gianco – tra le primissime voci del rock italiano, all’alba del suo 70esimo anniversario dalla prima esibizione in pubblico del 1954 – si è raccontato sulle pagine della Stampa, ripercorrendo la sua lunga vita e la carriera che l’ha portato ad esibirsi al fianco di alcuni (esattamente come lui) ‘mostri sacri’ della musica italiana tra il rinomato e celebrato Clan di Celentano, fino a personaggi come i cosiddetti ‘liguri’ (tra Ricordi, Binchi e Tenco) ed addirittura – con un’apertura a cui lui stesso rinunciò poco prima di salire sul palco – i Beatles all’apice del loro successo: una vita – ricorda Ricky Gianco – iniziata “con la musica (classica) nel sangue”, vera e propria tradizione familiare.
Proprio la scelta di dedicarsi al rock Ricky Gianco la ricollega alla volontà di dare un vero e proprio “calcio alla cultura ottocentesca che pervadeva il nostro Paese”, mentre tornando un pochino più indietro ricorda che il suo debutto sui palchi avvenne all’età di “11 anni” per volontà e spinta di “un’amica di mamma” che lo iscrisse a sua insaputa “a un concerto per voci nuove”; mentre la svolta vera e propria avvenne qualche anno più tardi quando Ricky Gianco ebbe modo di entrare in contatto con il famoso Clan Celentano.
Ricky Gianco: “Mike Bongiorno fu il primo a farmi esibire in pubblico e a credere in me”
Soffermandosi proprio quella figura di Adriano, Ricky Gianco ricorda che quelli non furono anni semplici perché “non era un clan, ma una corte con un sovrano” che costringeva i suoi “cortigiani” a fare tutto quello che voleva lui: ricorda – infatti – di aver lasciato quando Celentano propose loro di passare “l’estate con lui mentre girava un film” senza fare assolutamente nulla della loro vita, addirittura “passare il tempo al bar sotto casa”; ma nonostante questi piccoli diverbi ad oggi ci tiene a mettere in chiaro che – pur non vedendolo, né sentendolo “da anni” – “gli voglio bene“, mentre “altri ex non l’hanno mai perdonato”.
Tra i tanti amici e compari che hanno affiancato Ricky Gianco nella sua scalata verso il successo, ci tiene a ricordare con il cuore in mano “Mike Bongiorno [che] fu il primo a farmi esibire in pubblico” durante uno dei suoi spettacoli; ma anche “Nanni Ricordi”, oppure quel “Umberto Bindi (..) sottovalutato e ostracizzato perché considerato gay”, oppure ancora “Tenco [che] era una persona ben diversa da come venne descritta”: spendendo un altro paio di parole per l’amico Luigi ci tiene a mettere in chiaro che – esattamente come per “Paoli” – non crede e non ha mai creduto alla teoria che “si sia sparato” da solo perché era tutt’altro che “l’artista torturato ‘alla Dean'” che s provò a dipingere.