Luca Ricolfi fin dall’inizio della pandemia Covid è sempre stato del “partito” delle chiusure, ma in maniera intelligente e connaturate alle azioni parallele che lo Stato avrebbe dovuto predisporre per evitare nuovi lockdown in futuro: tutto questo non è successo e oggi, con il nuovo Governo Draghi, sembra che la “litania” non sia cambiata di molto. Davanti all’emergere delle varianti Covid, la linea di Cts e Ministero della Salute resta la medesima e si ipotizzano nuove chiusure nelle prossime settimane: «c’è un’alternativa al lockdown», afferma il professore e sociologo nell’intervista odierna a La Verità.
La via asiatica da improntare subito: azzerare il virus con tracciamento e chiusure, se necessaire, solo chirurgiche, tempestive e momentanee. La “ricetta Ricolfi” presuppone un sempre più stretto realismo anche nella lettura e narrazione di questa pandemia: «terza ondata? Se intendiamo un picco di nuovi contagi allora siamo ancora nella seconda ondata; se per ondata intendiamo invece un impulso, che improvvisamente devia verso l’alto la curva epidemia, allora dobbiamo prendere atto che dopo la prima ondata ce n’è stata una seconda a novembre una terza a gennaio e ora una quarta a marzo». Le chiusure sono il “fallimento della politica sanitaria”, sottolinea ancora Ricolfi sottolineando dunque il suo netto giudizio negativo sull’operato del Governo Conte in tal senso: «L’alternativa al disastro Conte non può essere moltiplicare le terapie intensive per accogliere tutti, ma è avere un sistema di sorveglianza attiva che fa scattare misure di contenimento (dure e brevissime) appena si superano soglie di casi e di morti piuttosto basse. La via di mezzo percorsa fin qui, basata sui colori, è disastrosa perché non protegge né la salute né l’economia».
“SERVE DISCONTINUITÀ DA CONTE, FINORA NON SI È VISTA…”
Ricolfi – e non è la prima volta, gli va dato atto che si mosse a suo tempo – contesta aspramente la strategia del Governo Conte: «poteri aumentati, attesa, rassicurazione poi terrorismo, lockdown e poi riaperture. Può sembrare una strategia di controllo dell’epidemia, ma in realtà è una strategia di consolidamento del consenso e del potere». Insomma, un “disastro annunciato” che ora necessita di una discontinuità forte dal nuovo Governo di Mario Draghi: «il metodo Draghi non potrà che essere più accettabile di quello di Conte. Ma io vedo molta continuità: finora, nulla fa pensare che le 10-12 cose che Conte non ha fatto Draghi le farà. Secondo me il nuovo governo punta tutte le sue carte sui vaccini, dimenticando quasi interamente il resto».
Secondo il sociologo, «l’idea di chiudere fa capolino quando, non avendo fatto quasi nulla per contenere l’epidemia, il governo non vede altra possibilità per frenare la corsa del virus, e però le cose sono andate così avanti che il lockdown è diventato onerosissimo. Io sostengo che si dovrebbero anticipare le misure restrittive, perché prima intervieni meno danni fai all’economia e alla salute». Da aprile dell’anno scorso Ricolfi lo dice chiaramente, in definitiva: «Ho più volte denunciato (e previsto fin da aprile) il tentativo di Conte, purtroppo abbastanza riuscito, di scaricare tutte le colpe su- gli italiani».