Il professor Luca Ricolfi fin dall’inizio dell’emergenza Covid-19, pur sottolineando tutta la pericolosità della pandemia, ha sempre sottolineato la pericolosità delle scelte del Governo in tema economico e sociale: oggi nell’intervista al Giornale non fa che confermarlo, guardando al futuro senza grandi speranze di cambiamento «Modello Italia? Lo sconsiglierei qualsiasi paese di seguire il modello italiano, fatto di ritardi, disorganizzazione, leggerezza nel far rispettare le regole, incapacità di far ripartire l’ economia. Siamo al 4° posto in Europa come numero di morti per abitante, e all’ ultimo come andamento del Pil 2020». Il sociologo che da prima del Covid-19 spingeva sulla denuncia di una “società parassita di massa” («in cui una piccola minoranza lavora e la maggioranza vive di trasferimenti») contesta lo stato d’emergenza rilanciato fino a ottobre e si chiede perché l’Italia venga considerato un modello per la gestione anti-Covid: «fra i paesi avanzati solo tre Belgio, Spagna e Regno Unito hanno un bilancio complessivo di morti (per abitante) peggiore di quello dell’Italia. La seconda è che, se guardiamo al solo mese di agosto, le cose vanno un po’ meglio per noi: l’ Italia è intorno alla metà della classifica e, fra i grandi paesi, solo Germania, Giappone, Corea del Sud, presentano tassi di mortalità più bassi dei nostri».
LUCA RICOLFI PESSIMISTA SU RIPRESA ECONOMIA
Sempre nel dialogo con Il Giornale, è Luca Ricolfi a sottolineare come molto meglio dell’Italia hanno fatto, ad esempio, Germania e Seul: «due paesi che molti media stanno descrivendo come attualmente più inguaiati di noi, ma che in realtà si stanno comportando meglio: anche considerando il solo mese di agosto, il numero di morti per abitante della Germania è poco più della metà di quello dell’Italia, e quello della Corea del Sud è circa un sesto». Dall’emergenza sanitaria alla crisi economica, il passo è purtroppo breve: secondo il professore e sociologo «Sul fatto che possa tornare il modello economico precedente, ho i miei dubbi, almeno per l’ Italia». Secondo Ricolfi infatti il nostro Paese era già in pieno nella «società signorile di massa in declino», ma questi mesi «li abbiamo usati per tappare le falle e congelare tutto, senza la minima attenzione a creare le condizioni di una ripartenza. Quel che mi aspetto, quindi, è un brusco risveglio nel primo semestre 2021, quando ci si accorgerà che non si può andare avanti in eterno con i sussidi e il blocco dei licenziamenti». Ma l’esperienza del Governo Conte può considerarsi davvero a rischio in breve tempo? Secondo Ricolfi non proprio: «Se proprio devo immaginare degli scenari capaci di mettere in crisi l’ attuale governo, le eventualità che mi vengono in mente sono altre, nessuna auspicabile: 1 milione di posti di lavoro distrutti, una tempesta finanziaria, una nuova chiusura di scuole e università, una proliferazione dei focolai e dei connessi lockdown».