Nella giornata di ieri la polizia del Galles ha utilizzato le telecamere con riconoscimento facciale a Cardiff in occasione dell’attesissimo ritorno in scena, dopo 7 anni di assenza, di Beyoncé. Fin dal momento il cui l’uso di questa tecnologia era stato ventilato, numerose associazioni per la salvaguardia dei diritti umani si erano mosse contro la polizia del Galles, lamentando proprio la mancanza del rispetto della privacy dei cittadini. La polizia, dal conto suo, ha detto che il riconoscimento facciale è stato utilizzato solamente nel centro della città e non nei pressi dello stadio, e che comunque la tecnologia non è servita come “lascia passare” per entrare nell’area del concerto.



Il riconoscimento facciale al concerto di Beyoncé

Insomma, nonostante i forti contrasti che ha sollevato la decisione di utilizzare il riconoscimento facciale, sembra che la polizia gallese abbia comunque proceduto secondo il suo piano. La tecnologia, istallata ed installabile su qualsiasi telecamera di sorveglianza pubblica, scansiona i volti che inquadra e un’intelligenza artificiale li confronta con un database di persone da tenere sott’occhio, segnalandole agli operatori di polizia che possono decidere di intervenire in base, probabilmente, alla pericolosità del soggetto.



L’uso del riconoscimento facciale in Inghilterra è limitato, e dovrebbe avvenire solamente in occasione di eventi di pubblico interesse (come l’incoronazione del Re o le partite di calcio) in cui si prevedono possibili tafferugli da parte di manifestanti. Secondo Daragh Murray, docente di giurisprudenza a Londra, sarebbe “molto difficile credere che possa essere utile a un concerto o a una partita di rugby”, sottolineando come si tratti “di un’interferenza davvero significativa con i diritti umani“. Dal conto suo crede che si tratti di un primo passo che porterà “all’uso del riconoscimento facciale permanente attraverso le reti di telecamere di sorveglianza in tutta la città”. Secondo l’avvocato Katy Watts, invece, “stanno violando la privacy di migliaia di persone per effettuare solo potenzialmente uno o due arresti molto minori. Vedere che la polizia continua a violare le nostre libertà è profondamente preoccupante”.

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