Studio sul meccanismo di conservazione dei ricordi, i ricercatori dell’Università di New York hanno individuato una molecola responsabile delle scelte che il cervello umano fa stabilendo quali sono i momenti più importanti da conservare e quali invece le memorie che dureranno meno. In questo modo, come dimostra lo studio pubblicato sulla rivista scientifica Science Advances, è stato possibile spiegare il perché alcuni dei ricordi, soprattutto quelli di infanzia, rimangono in mente con tutti i dettagli, come se fossero accaduto poco tempo prima, mentre invece ce ne sono altri che con il tempo vengono progressivamente cancellati.



La molecola responsabile si chiama Kibra e svolge il ruolo di “colla cerebrale“, cioè mette insieme tutte le altre molecole che poi saranno coinvolte nel processo di memorizzazione di un particolare evento, stabilizzando le sinapsi permettendo loro di resistere ai cambiamenti. In questo modo, anche se con il tempo avvengono modificazioni di struttura cellulare, la base dei collegamenti sinaptici mantiene la stessa funzione neurologica.



Studio sui ricordi: ecco come il cervello riesce a conservare i momenti più importanti

Il funzionamento della molecola Kibra, che contribuisce al mantenimento dei ricordi nel tempo è stato spiegato nel recente studio dell’Università di New York grazie ad un esperimento sui topi. In realtà però il meccanismo che è alla base del processo neurologico di scelta e conservazione dei momenti più importanti, era stato già ipotizzato nel 1984 dallo scienziato Francis Crick, che fu tra gli scopritori della struttura del Dna. Il neurobiologo aveva infatti capito che ci sono dei processi neurologici in grado di resistere ai cambiamenti mantenendo la stessa identità.



Il cervello umano utilizza i ricordi per contribuire allo sviluppo cerebrale, per questo motivo le memorie che vengono conservate a partire dall’infanzia risultano catalogate come più importanti. Anche perchè nel processo avviene anche una dilatazione del tempo, che permette di percepire alcuni eventi come degni di memorizzazione, come ad esempio quello che avviene durante una vacanza rispetto alla routine quotidiana. Il funzionamento delle sinapsi nell’archiviare i ricordi, come conclude l’autore della ricerca André Fenton: “Permetterà di aumentare le conoscenze nell’ambito degli studi sui problemi psichiatrici e neurologici legati proprio all’area della memoria“.