Amedeo Rosboch, avvocato di Antonio Giraudo, al termine dell’udienza presso la prima sezione ter del Tar del Lazio dove è stato discusso il ricorso dell’ex dirigente della Juventus, ha affermato: “La nostra richiesta è che la legge che regola l’ordinamento sportivo, che impedisce un controllo giurisdizionale, venga mandata come questione pregiudiziale di giustizia europea, in quanto noi riteniamo che sia palesemente in contrasto coi principi del diritto europeo”.



La richiesta è di rimettere alla Corte di Giustizia Europea la questione di incompatibilità della legge 280/2003, quella che disciplina la giustizia sportiva secondo il criterio della specificità dello sport. In altre parole, l’ex dirigente della Juventus, radiato a vita dopo il caso Calciopoli, vuole che la decisione venga rivista appellandosi al fatto che organi disciplinari di Coni e Figc non siano “organi giurisdizionali” ai sensi dell’ordinamento europeo e che, quindi, non possano comminare sentenze che influiscano sui diritti del cittadino.



Dupont: “Caso Giraudo? Sono passati quasi vent’anni”

Dupont, tra i legali di Antonio Giraudo, ha aggiunto sulle pagine de Il Giornale: “Non sarebbe una cosa bella se la facesse la Fifa, ma quando è uno stato membro fondatore questo non si può. C’è una legge dello Stato italiano che impedisce a milioni di italiani di arrivare a un giudicare che possa annullare una decisione di una associazione di imprese come la federazione sportiva. E lo stesso per migliaia di club. Sono convinto che questi giudici faranno il loro lavoro, chiedendo il rinvio pregiudiziale a Lussemburgo. Questo processo del signor Giraudo cominciò nel 2006 (con Calciopoli, ndr), sono passati quasi venti anni. Ma è uno scherzo? Una persona ha un diritto a essere giudicata in un tempo ragionevole”.



Secondo l’avvocato Rosboch “sarebbe una svolta clamorosa perché una volta che la Corte di giustizia europea dovesse dichiararla incompatibile coi principi dell’ordinamento italiano dovrebbe porre dei rimedi e consentire a chi subisce un provvedimento di natura sanzionatoria di poter ricorrere a un giudice per ottenere l’annullamento del provvedimento non solo avere una tutela risarcitoria. Tempi per una sentenza? Un mese, due mesi. Speriamo che il Tar ritenga che questa legge sia incompatibile col diritto europeo e che quindi rimandi alla Corte di Giustizia di Lussemburgo”.