Cominciano a farsi i conti delle ricostruzioni che la fine della guerra in Ucraina porterà con sé. I danni ambientali, tra foreste bruciate, coste danneggiate e aree protette distrutte ammontano a 49,5 miliardi di euro. E la Banca Mondiale ha dichiarato che il costo della rimozione delle macerie legate all’invasione della Russia è di circa 5 miliardi di dollari. Insomma somme che, unite agli ulteriori costi che la ripresa comporterà, un Paese già in ginocchio per un conflitto di tale entità non può affrontare. Ecco che l’ONU chiede dunque l’aiuto degli stati europei.



Inger Andersen, direttore esecutivo del Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente, avrebbe incontrato il 19 giugno il commissario europeo per l’ambiente Virginijus Sinkevičius dell’UE per discutere le modalità di monitoraggio e finanziamento della riabilitazione ambientale. Servirà però l’accordo di tutti i 27 membri dell’UE, di non facile raggiungimento. Nel frattempo continuano le emissioni di CO2 e continuano a spargersi polveri di amianto a seguito dei bombardamenti agli edifici ucraini, costruiti per la maggior parte ancora con questo materiale. La distruzione ambientale e climatica dell’Ucraina non farà quindi che amplificarsi, facendo salire ulteriormente i futuri costi di ricostruzione e bonifica.



Ricostruzione Ucraina: fondi necessari per salvare ambiente e salute

L’urgenza della bonifica dell’Ucraina si sta facendo sentire anche per la tutela della salute umana come ha dichiarato un funzionario dell’UNEP. Saranno necessari 411 miliardi di dollari per la ricostruzione secondo alcuni funzionari Ue, vista la necessità di dover bonificare tutte le aree ormai rese tossiche e vista anche l’urgenza di dover ripristinare servizi essenziali quali trasporti, abitazioni, acqua potabile ed energia. Ad oggi sono 54 i progetti di ricostruzione ambientale. E saranno proprio questi il tema oggetto della conferenza che sarà organizzata in settimana a Londra riguardo la ripresa dell’Ucraina, alla quale parteciperanno il segretario di Stato americano Antony Blinken e il presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.



Jorge Moreira da Silva, direttore esecutivo direttore esecutivo dell’Ufficio delle Nazioni Unite per i Servizi ha dichiarato che i danni sono stati “tragici” e che il “costo ambientale deve essere pienamente preso in considerazione”.  Ha anche aggiunto che occorre “assicurarsi che la ripresa dell’Ucraina vada di pari passo con gli sforzi per la biodiversità e il clima” perchè non sarebbe solo un bene per l’Ucraina, ma anche per una più ampia transizione verde in Europa.