Nella due giorni tenutasi a Lugano, in Svizzera, Zelensky, che è intervenuto virtualmente mediante una connessione internet, ha presentato un piano di ricostruzione dell’Ucraina che necessita di 750 miliardi di dollari finanziati con i pignoramenti fatti agli oligarchi, aziende private e paesi amici. Ecco in cosa consiste il piano di recupero e di ricostruzione.
Ricostruzione Ucraina: un finanziamento per inglobare l’Ucraina nell’UE
Già nel marzo scorso Kiev aveva dichiarato di aver subito perdite e danni dalle infrastrutture per 550 miliardi di dollari. Ma la stima era ancora approssimativa, perché si trattava della conta dei danni dopo soltanto un mese di guerra e infatti adesso i danni derivanti dai bombardamenti non si limitano soltanto ai palazzi ma anche alla pressoché totale distruzione del sistema industriale e economico.
Adesso però la conta dei danni si fa più netta e Kiev prevede un finanziamento da parte dell’Europa, dei paesi amici e mediante i pignoramenti confiscati agli oligarchi per 300/500 miliardi di dollari sequestrati in giro per il mondo. L’importo di cui necessiterebbe la capitale Ucraina è di 750 miliardi di euro che verrebbero inevitabilmente spesi per la ricostruzione di palazzi distrutti e aziende lesionate nelle infrastrutture oltre che costrette alla chiusura a causa dei bombardamenti. Esistono infatti città come Mariupol che hanno dichiarato come il 90% dei fabbricati sia stato distrutto, bruciato o lesionato a livello strutturale dai bombardamenti.
Una parte dei soldi servirà anche alla costruzione dei collegamenti via terra e di tutta la logistica necessaria all’ucraina per essere connessa all’Unione Europea. A Lugano si sono dunque gettate le basi per l’integrazione dell’Ucraina nel tessuto economico dell’Unione Europea.
Ricostruzione Ucraina: come verrà svolta
Secondo Zelensky questo finanziamento potrebbe avvenire attraverso i pignoramenti degli asset, società, beni di lusso e qualsiasi altra cosa appartenuta alla Federazione Russa in giro per il mondo, oppure agli oligarchi. La stima di questi beni va dai 300 miliardi di dollari, ai 500 miliardi di dollari i restanti miliardi verrebbero poi finanziati dai Paesi amici in cui naturalmente rientrano anche quelli europei che si sono schierati apertamente in favore di Kiev.
Va stigmatizzato che Kiev ha ottenuto già da Bruxelles 1,2 miliardi di euro come prestito per riassestare le imprese ucraine colpite dalla pandemia del covid 2019. Il prestito fu elaborato il primo marzo 2022 e non va confuso con il prestito per la ricostruzione. Anche la Gran Bretagna ad esempio ha ceduto a Kiev 1,8 miliardi di sterline ma soltanto per il sostegno bellico.
Il piano di ricostruzione prevede 850 progetti di cui 350 di questi verrebbero sostenuti dal 2023 al 2025, anche se il presidente ucraino si auspica che si possa cominciare a partire dal 2022. I restanti 500 progetti invece verranno elaborati dal 2025 al 2032.
Si stima che il finanziamento volto alla ricostruzione ucraina, determinerà una crescita del 7% all’anno, che equivale al 70% in 10 anni.