Perché gli ospedalizzati aumentano? La risposta non risiede unicamente in un contagio da coronavirus che colpisce in questa fase in maniera più veemente. Spesso, ad essere attuati, sono infatti dei “ricoveri sociali“, come ha spiegato il dottor Angelo Gratarola, direttore del Reparto di Anestesia e Rianimazione del Policlinico San Martino di Genova, ai microfoni di Quarta Repubblica. Intervistato dalla trasmissione di Nicola Porro, ha dichiarato:”Noi in ospedale abbiamo ricoverato persone anziane con cronicità e comorbidità importanti, abbiamo anche delle persone più giovani ma con dei fattori di rischio. Gli altri chi sono? Ricoveri che potremmo definire quasi sociali, cioè persone che non hanno bisogno di grande attenzione dal punto di vista sanitario ma non trovano una collocazione o per ragioni sociali o per la loro logistica abitativa“.



AUMENTO RICOVERI? NON SOLO CASI GRAVI

Ricoveri sociali

, questa l’espressione utilizzata per definire di fatto quei ricoveri che riguardano pazienti che non hanno altro posto per trascorrere la quarantena. Si tratta spesso e volentieri di anziani soli, senza fissa dimora, ma anche stranieri ammassate in strutture inadeguate e persone che vivono in case popolari sovraffollate e che non potrebbero tenere al riparo dal contagio i propri familiari, contribuendo alla diffusione del coronavirus. Il dottor Gratarola ha spiegato: “Una persona che non ha più bisogno della sanità per gestire il suo quadro, ma deve tornare a casa, dove magari non ha nessuno o ha il coniuge molto anziano, oppure ha sei figli e vive in 40 metri quadrati, genererebbe un cluster familiare: questi sono i ricoveri sociali“. Secondo Quarta Repubblica, sarebbero anche questi numeri, spesso non evidenziati, a rendere più gravoso e allarmante di quanto in realtà non sia il quadro sanitario, in particolare per quanto riguarda le ospedalizzazioni.



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