Ridurre le emissioni trasformando la CO2 in chiave green. Si tratta della strategia della Commissione UE lanciata lo scorso 6 febbraio: questa ha come scopo quello di far leva sulle tecnologie per la cattura di anidride carbonica per lo stoccaggio, utilizzo o rimozione dall’atmosfera nell’ambito degli obiettivi che si è posta ossia il taglio delle emissioni nette al 55% entro il 2030 e del 90% entro il 2040 per arrivare al traguardo entro il 2050 come previsto dall’accordo di Parigi. “Il fatto di utilizzare la cattura e lo stoccaggio di carbonio non è una novità” spiega Andris Pielbags, ex commissiario Ue all’Energia. Era proprio lui in carica quando nel 2009 la Ue assunse i primi provvedimenti in questa direzione ma “i tempi non erano ancora maturi, mancava un salto culturale che ora è arrivato”.



La Ccs, come spiega Pierlbags, “è stata riconosciuta a pieno titolo come uno degli strumenti per contribuire alla transizione ecologica, è cambiata la percezione”. Nel 2013 l’Eu Emission Trading System ha incentivato lo stoccaggio di anidride carbonica e nel 2018 è arrivata la direttiva sulla promozione di energia da fonti rinnovabili. Tra questi anche i carburanti prodotti con la cattura di CO2. Nel 2022 poi è arrivata la proposta Ue sulla certificazione della rimozione del carbonio che incoraggia le tecnologie innovative per la cattura e lo stoccaggio.



Così lo stoccaggio della CO2 taglierà le emissioni

La strategia UE secondo l’ex commissario Pielbags “è nella fase iniziale e i prossimi 10-20 anni saranno decisivi per la sua riuscita. Il mondo dell’industria, impegnato nella riduzione delle emissioni, è interessato a queste tecnologie. Bisognerà procedere per gradi ma occorrerà fare in fretta per riuscire a centrare i target”. Entro il 2030 poi Bruxelles svilupperà una capacità di stoccaggio di almeno 50 milioni di tonnellate all’anno, come spiega Il Sole 24 Ore. Lo sforzo sarà equivalente alle emissioni della Svezia in 12 mesi. Entro il 2030 un terzo dell’anidride carbonica catturata verrà utilizzata mentre dopo quella data il carbonio dovrebbe essere la principale fonte per i processi industriali e i trasporti. Dunque “la CO2 diventerà una comoddity all’interno del mercato unico”.



Secondo l’ex commissario per l’energia in UE il pallino “è ora in mano agli Stati membri perché la buona riuscita della strategia dipende da loro”. Tutti devono dunque includerla nelle loro Azioni sul clima. “L’Italia è tra i Paesi pionieri insieme a Olanda, Belgio e Danimarca” aggiunge ancora. Le scelte sui settori restano però in mano ai governi nazionali, spiega Il Sole 24 Ore. Entro il 2026 nascerà però una piattaforma da Bruxelles per far incontrare domanda e offerta di stoccaggio. “La chiave è definire il modello di business per poi fare il salto di qualità” conclude l’esperto.